Scatta in Trentino, al di fuori dei centri abitati, il divieto assoluto di accensione e lancio di fuochi d’artificio, di lanterne cinesi e sparo di petardi e scoppio di mortaretti, razzi ed altri artifici pirotecnici.

Lo prevede l’ordinanza firmata oggi dal presidente della Provincia Ugo Rossi, a fronte di una nota della protezione civile che comunicava lo stato di particolare siccità, specialmente nei boschi e nei pascoli, a causa della mancanza di significative precipitazioni piovose e nevose nell’ultimo periodo, che aumenta il rischio di incendi.

L’ordinanza invita inoltre i sindaci a «verificare se sussistono i presupposti, con riferimento ai centri abitati e alle aree sciistiche, per adottare gli opportuni provvedimenti, anche di natura urgente, per fronteggiare particolari situazioni di pericolo».

Infine, invita «chiunque, a cui spetti, all’intensificazione dei controlli circa il divieto di fumo presso le aree degli impianti sciistici».

Lo scorso anno furono alal fine oltre quaranta i Comuni trentini che decisero di vietare i botti, sia per il rischio di incendi sia richiamandosi ai danni che queste pratiche causano sugli animali domestici e selvatici.

Lo scorso anno aveva fatto discutere la scelta del Comune di Trento di non vietare i botti e di limitarsi a invitare i cittadini  a farne un uso moderato; Rovereto, peraltro, aveva lasciato piena libertà.

Oltre al rischio di incendi, dunque, le campagne contro i botti fanno notare i rischi per l'incolumità delle persone, inotre ricordano che molti animali selvatici possono anche morire per lo spavento, che i nostri amici domestici a quattro zampe potrebbero fuggir eper la paura e andar eincontro a gravi pericoli.

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