«Grazie a Giorgio Grigolli» Il commosso addio degli amici

Politico e giornalista, il ruolo da padre dell’autonomia trentina

«Non so se la vocazione primaria di Giorgio Grigolli fosse il giornalismo o la politica, so però che nell’uno e nell’altra, sia nella riflessione che nell’azione, la sua preoccupazione costante è stata quella di garantire il nesso, la coerenza tra principio e azione, tra valori e progetti.

È stato scritto molto sulla sua vita, come uomo politico, come saggista, come giornalista, al punto da collocarlo tra i padri dell’autonomia, un riconoscimento corale della sua passione civile e onestà intellettuale».

Dal pulpito di una chiesa di Sant’Antonio gremita di persone, Giorgio Postal, già parlamentare e segretario della Dc trentina, ieri ha voluto ricordare con queste parole l’amico e compagno di partito Giorgio Grigolli, scomparso martedì scorso all’età di 88 anni.

«Nella vita privata e associativa, come nella politica e nelle istituzioni - ha quindi aggiunto - il suo richiamo all’autonoma responsabilità da cattolico nella costruzione della città terrena è stato permanente. Per noi e per le nuove generazioni, rimane una grande testimonianza».

«Il nostro rapporto - ha concluso Silvano Bert, esponente del Pci trentino degli anni Sessanta e Settanta - è mutato nel tempo, passando dalle posizioni intransigenti della giovinezza, su comunismo e cattolicesimo, al dialogo degli ultimi anni. Grazie Giorgio».

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