Consulta: sì al doppio cognome Battaglia di una famiglia trentina

Il caso dei coniugi Schuster-Guidolin: azioni contro la Repubblica italiana per chiedere i danni

«La Corte costituzionale ha accolto oggi la questione di legittimità sollevata dalla Corte di appello di Genova sul cognome del figlio. La Corte ha dichiarato l’illegittimità della norma che prevede l’automatica attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori». 

E pare quindi destinata ad essere vinta la battaglia giudiziaria di una coppia trentina, che da temo chiede il doppio cognome per i bambini. Sul passaporto italiano ha il cognome del padre, mentre su quello tedesco il cognome è quello della madre. Si tratta dell’ultima nata, lo scorso maggio, della famiglia Schuster Guidolin (il padre è l’avvocato trentino Alexander Schuster, noto alle cronache per avere difeso gli interessi di un'insegnante discrimianta da una scuola cattolica, il Sacro Cuore, perché lesbica).

I passaporti discordanti della piccola non sono che l’ultimo episodio di traversie giudiziarie che iniziano con i due gemelli più grandi, comunque ancora minorenni, della coppia.

L’ultimo atto è delle scorse settimane, quando l’iniziativa giudiziaria della famiglia Schuster Guidolin in relazione al cognome dei figli minori ha visto una sentenza della Cassazione, I sezione civile, che ha rigettato il ricorso della famiglia contro la decisione della Corte di appello di Trento, ritenendo che questa avesse correttamente dichiarato la cessazione della materia del contendere.

Materia, questa, che ha preso le mosse il 7 febbraio 2014, data di nascita dei gemelli primogeniti della coppia, ma anche quella in cui l’ufficiale di stato civile rifiutò di attribuire loro il doppio cognome, nonostante, spiega l’avvocato, fosse il «giorno di entrata in vigore del decreto legislativo 154/2013, che attribuiva piena dignità a tutti i figli, unificandone lo status, il doppio cognome composto da quelli di madre e padre.

Inoltre, si è rifiutato di rispettare il diritto di famiglia tedesco, che da oltre dieci anni consente di attribuire liberamente il cognome del padre o della madre. I gemelli infatti - aggiunge - sono anche cittadini tedeschi, oltre che italiani».

Vistosi rigettare un ricorso al Tribunale di Trento, la famiglia aveva ottenuto dal Commissariato del Governo di Trento (il quale esercita i poteri in altre parti di Italia attribuiti al prefetto) l’autorizzazione a mutare il cognome in «Schuster Guidolin». «Tale scelta - spiega l’avvocato - onde evitare dissonanze fra le identità, fu anche rivolta allo stato civile tedesco e da questi recepita senza problemi».

La Corte di appello di Trento, resa edotta di questa soluzione di diritto amministrativo (e non civile) «ritenne di potersi liberare della controversia, affermando che comunque un risultato agognato era stato ottenuto per altre vie e non c’era più nulla da decidere. La violazione del diritto dell’Unione e della parità fra uomo e donna, fra coniugi e fra genitori non era così stata accertata. Sulla stessa linea, ora, la Cassazione» riferisce l’avvocato e genitore interessato Schuster.

Adesso la famiglia avvierà una serie di azioni contro la Repubblica italiana per chiedere i danni, a Strasburgo per violazione della Cedu (Convenzione europea dei diritti dell'uomo), infine avanti alla giustizia italiana per violazione del diritto dell’Ue. Tra queste anche procedure per eliminare il problema del cognome diverso sui due passaporti della piccola.

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