Da 25 anni accanto ai malati psichici e alle loro famiglie

L'intensa attività dell'associazione Estuario di Trento

di Laura Galassi

Il gol nella partitella del mercoledì, gli applausi al termine della recita teatrale, le risate tra gli schizzi in piscina, la pizza al ristorante: momenti felici come questi hanno ancora più valore per gli utenti dell'associazione Estuario, da 25 anni impegnata nel sostegno e nell'auto mutuo aiuto per il disagio psichico. Dal 1990 la onlus cerca di fare da ponte tra la società e coloro che, senza la rete di volontari, vivrebbero al margine di essa. Per dare un senso alla giornata di chi è affetto da queste patologie, in realtà, basta poco: Estuario mette a disposizione uno spazio per la socializzazione e propone attività che incentivano i legami.

Ogni anno l'associazione, che conta una trentina di volontari e tre operatori, si occupa di quasi un centinaio di casi, ma in realtà i contatti, segnalati dal Servizio di salute mentale ma anche diretti, sono di più, perché oltre a prendersi cura dei malati, i volontari tendono la mano alle famiglie, in particolare grazie al gruppo di auto mutuo aiuto «La primula»«Durante gli incontri ci si confronta sulla quotidianità», spiega il vicepresidente, Dario Uber. «Genitori e fratelli cercano di capire come essere più adeguati, perché in ogni famiglia i nostri utenti sono l'anello debole e la loro presenza si ripercuote sulla vita di tutti».

Quando si soffre di problemi mentali, il rischio dell'emarginazione, infatti, è altissimo; lo spettro della solitudine, per i malati psichici, prende corpo con grande facilità. «Il nostro obiettivo è quello di reinserire queste persone nella società, attraverso percorsi mirati, evitando l'isolamento. I cittadini «normali», infatti, non accolgono facilmente chi è diverso da loro». È qui che entra in gioco la rete di volontariato dell'Estuario, formata da persone in grado di accettare il disagio psichico, abbastanza empatiche da mettere gli utenti a proprio agio durante tutte le attività che vengono proposte. Il martedì è il giorno del laboratorio teatrale, una delle esperienze meglio riuscite della onlus. «In realtà adesso «Orme nel vento» è diventata una vera e propria compagnia, che mette in scena rappresentazioni utili a sensibilizzare la popolazione. I nostri ragazzi sono motivati e entusiasti», sottolinea Uber.

La gratificazione che gli utenti provano sul palco fa il paio con la gioia di tentare un dribbling e vedere il pallone infilato nella rete durante gli allenamenti di calcio del mercoledì. La squadra di Estuario partecipa da anni al torneo Argealp e, novità del 2016, disputerà il campionato regionale per disabili organizzato in collaborazione con Uisp. «I giocatori non vedono l'ora di iniziare, muoiono già dalla voglia di andare in trasferta a Merano», racconta il vicepresidente. Se durante la settimana, la onlus propone passeggiate al parco, nuotate in piscina e laboratori di creatività, è nel weekend che i volontari si sbizzarriscono con escursioni in quota, visite a città, musei e concerti, senza dimenticare i soggiorni al mare d'estate.

La vera essenza di Estuario si esplica però nelle attività quotidiane, nei pranzi insieme e nelle chiacchierate. «Creiamo l'ambiente ideale per socializzare. La nostra più grande soddisfazione è quando riusciamo a creare delle amicizie, dei legami che vanno al di là delle ore trascorse con i volontari», precisa Uber. Nella sede di via Sighele, talvolta, è persino scoccato l'amore. «Alcune persone si sono innamorate durante i laboratori e le coppie ora sono solide. Senza le occasioni di incontro per un malato psichico è difficile avere una vita appagante», conclude il vicepresidente. L'associazione quest'anno inizierà un tour di sensibilizzazione nelle scuole, alla ricerca di nuove leve pronte a dare il loro contributo.

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