I due figli affidati al padre la madre non paga gli alimenti

Genitore separati che non pagano gli alimenti ai figli. Purtroppo accade sempre più spesso e, va sottolineato, nella stragrande maggioranza dei casi chi non paga quanto dovuto è il padre. I motivi sono i più vari: dalla oggettiva mancanza di risorse economiche da parte di genitori caduti in povertà dopo la separazione, a chi invece i soldi li avrebbe pure ma dolosamente non vuole versare l'assegno mensile, magari per fare un dispetto alla ex. Accade molto più di rado che i figli vengano affidati al padre (o che loro stessi scelgano di andare a vivere con il papà) e sia la madre a sottrarsi agli obblighi lasciando la famiglia del suo ex e i suoi figli in difficoltà al punto da costringere il minore a lasciare gli studi per contribuire al bilancio familiare attraverso lavori saltuari.

Raccontiamo la vicenda - in modo rigorosamente anonimo a tutela della famiglia e soprattutto del figlio minore - perché si tratta di un fenomeno sempre più diffuso. In questo caso la storia vede protagonista una coppia di trentini cinquantenni con due figli. Una famiglia come tante altre che arriva, siamo nell'ottobre dello scorso anno, alla separazione quando i figli sono abbastanza grandi. I due ragazzi restano con il padre, che lavora come custode con uno stipendio modesto ma con l'importante benefit di disporre di un appartamento di servizio in cui vivere. La madre invece si sistema per conto suo in un appartamento che possiede in comproprietà con un altro parente. In questo caso ad avere una situazione economica migliore è la donna la quale aveva anche ereditato circa 100.000 euro, che inizialmente erano stati depositati sul conto cointestato ai due coniugi, ma che poi sono stati trasferiti altrove. 

Dopo la separazione i figli scelgono di vivere con il padre. Il più grande è maggiorenne e dunque ha piena facoltà di decidere da solo. Il figlio più piccolo, sentito dal giudice, preferisce rimanere con il padre con cui, evidentemente, si trova meglio. A conclusione del procedimento Il giudice Giuliana Segna rispetta le volontà del minore che viene dunque affidato al papà. Il Tribunale dispone inoltre che per entrambi i ragazzi, non indipendenti economicamente, la madre versi all'ex marito un contributo mensile di 150 euro a testa. 

Purtroppo per il padre solo con i due figli la vita si dimostra tutta in salita. L'uomo, per problemi personali, deve chiedere un mese di aspettativa dal lavoro. Al rientro però viene licenziato perdendo così in un solo colpo alloggio e stipendio. Si dedica dunque a lavori saltuari. Il figlio minore a questo punto decide di lasciare gli studi per contribuire, attraverso impieghi precari, al bilancio familiare come fa già anche il fratello. E la madre, che pure qualche soldo deve pur averlo visto che aveva ricevuto una discreta eredità? La donna, che lavora come stagionale, non versa l'assegno di mantenimento: ritiene che sia il padre a dover provvedere ai bisogni della famiglia. Per questo ora rischia conseguenze anche sul piano penale visto che la violazione degli obblighi di assistenza familiare è un reato.

Il marito, difeso dall'avvocato Karol Pescosta, torna a rivolgersi al Tribunale che a marzo e a maggio intima alla donna di versare il dovuto. Ma i soldi non arrivano. E così il legale avvia un'azione di pignoramento nei confronti della madre, tutelata dall'avvocato Rosa Rizzi, aggredendo un quinto dello stipendio più circa 3.000 euro. Il braccio di ferro giudiziario tra una madre che sfugge alle sue responsabilità economiche e il padre che cerca di arrabattarsi per mantenere i figli continua.

44 ANNI LUI E 41 LEI, ENTRAMBI CON POCHI ANNI DI MATRIMONIO ALLE SPALLE: ECCO L'IDENTIKIT DELLA COPPIA CHE SCOPPIA, SECONDO LO STUDIO LEGALE SCICCHITANO

A chiedere la separazione nella maggior parte dei casi sono le donne (60%), mentre la richiesta di divorzio parte prevalentemente dagli uomini. Secondo l'avvocato Sergio Scicchitano in Italia si dovrebbe introdurre il divorzio come alternativa alla separazione.  A partire da settembre sarà boom per il divorzio breve. A metterlo in evidenza è lo Studio Legale Scicchitano (www.studioscicchitano.it) che ha tracciato un identikit della coppia che scoppia: l'età media è di 44 anni per gli uomini e di 41 per le donne, nella maggior parte dei casi con pochi anni di matrimonio alle spalle. La separazione è richiesta nel 60% dei casi dalle donne, mentre la richiesta di divorzio parte nel 60% dei casi dagli uomini.  «Il divorzio breve è una vera rivoluzione per il nostro Paese dove per divorziare bisognava attendere anche più di 7 anni» commenta l'avvocato Sergio Scicchitano. Ma secondo il titolare dello Studio Legale Scicchitano sarebbe stato meglio introdurre il divorzio come alternativa alla separazione.  Il 20% delle richieste di divorzio breve presentate finora è arrivato da coppie over 60, ma da settembre si prevede un aumento delle domande di separazione in tutte le fasce d'età. L'estate 2015 verrà infatti ricordata come quella degli amori al capolinea.

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