Civettini senza mezze misure: «In piazza Dante ci vuole l'esercito»

di Stefano Piffer

L'ultima tragica morte per overdose in una camera d'albergo del centro ha ridato voce a coloro che invocano misure decise per contrastare la piaga dello spaccio. Il consigliere provinciale di Civica Trentina Claudio Civettini ha presentato un'interrogazione per chiedere l'intervento dell'esercito per presidiare una zona che è stata rimessa fisicamente a posto ma che presenta i consueti problemi. 

«Non serve la demagogia - inizia Civettini ai microfoni di radio Dolomiti - ma un'azione decisa soprattutto in queste settimane in cui la gente muore per partite di droga tagliata male. Ho proposto la militarizzazione dell'area per far sì che la presenza dell'esercito sia un punto di riferimento per tutti».

La realtà di Piazza Dante è stata fotografata in un reportage sull'Adige alcuni giorni fa. «Lì ormai è zona franca che viene filmata dalle telecamere di Provincia e Regione in cui si vede distintamente chi spaccia, ma non si fa nulla. Sono reati che non vengono denunciati, ma che sono gravissimi perché coinvolgono i nostri giovani. Si guardi dove ci sono i giochi dei bambini: lì vengono nascosti i pacchetti contenenti droga».

Propone di chiamare l'esercito, ma non bastano le forze dell'ordine locali? «Assolutamente no. La polizia è utilizzata da un punto di vista politico e lo dico con tutto il rispetto per il lavoro degli agenti. Chi li governa dà indirizzi ben precisi: meglio mandarli a dare multe per divieto di sosta a Madonna Bianca, piuttosto che affrontare questo tema importante per tutto un quartiere. E poi si fanno quelle sceneggiate, dove vengono mandati gli agenti in divisa, così chi delinque sparisce momentaneamente, come gli uccellini quando si battono le mani. Ma poi ritornano. Servono agenti in borghese presenti costantemente per garantire sicurezza ai cittadini e ai turisti, visto che la piazza è la porta d'accesso per la città per chi viene con il treno».

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