Padre non versa l'assegno alla figlia La madre fa causa agli ex suoceri

Le colpe dei padri, si dice, ricadono sui figli. Ma in questo caso, sono i genitori ad essere chiamati in causa per le «mancanze» del figlio, che non ha provveduto a versare l’assegno di mantenimento per la figlia 17enne. L’ex moglie, infatti, ha promosso una causa civile contro gli ex suoceri, per chiedere che siano loro a versare i 400 euro mensili.

Un’istanza che i nonni, pure disposti a sostenere la nipote, attraverso l’avvocato Michele Busetti hanno respinto al mittente, ritenendo che non sussistano i presupposti per chiedere che concorrano al mantenimento della ragazza e che, in ogni caso, debba essere chiamata in causa anche la nonna materna. ra sarà il giudice a decidere se accogliere o meno il ricorso della mamma.

Il contenzioso approdato in sede civile non è che l’ennesimo strascico giudiziario di una storia d’amore finita bruscamente (la donna era stata denunciata per molestie per avere sommerso con centinaia di messaggi l’ex coniuge). I due coniugi trentini si sono separati consensualmente nel febbraio 2012 e da allora l’uomo - come disposto in sentenza - l’uomo doveva versare un assegno di mantenimento di 500 euro (400 per la figlia e 100 per la moglie). Obbligo al quale - denuncia la signora - avrebbe adempiuto solo in parte, non corrispondendo la somma dovuta da ottobre 2013 a marzo 2015. La donna, nel ricorso, spiega di avere invano tentato di ottenere quanto le spettava, ma le richieste avanzate in via stragiudiziale e il precetto non hanno sortito alcun effetto. Il trasferimento dell’ex marito fuori dal Trentino e il venire meno di ogni contatto con lui avrebbero quindi reso vana la speranza di recuperare gli arretrati.

La signora, che a parte un impiego saltuario come dog sitter è disoccupata, denuncia di vivere una situazione di estrema difficoltà economica, tanto da dovere chiedere i «pacchi viveri». Da qui la decisione di chiedere ai nonni paterni - che secondo la madre hanno anche un cospicuo patrimonio - di versare i 400 euro mensili per la nipote.

In questo caso, secondo la ricorrente, sussistono infatti le condizioni richieste dalla giurisprudenza per il riconoscimento del «dovere di contribuzione da parte degli ascendenti paterni». Di parere opposto il legale dei nonni paterni, che invece chiede di respingere la richiesta a fronte dell’assenza dei requisiti richiesti. In primis quello di dimostrare che il padre non sia in grado di ottemperare a quanto stabilito dal giudice e di avere percorso ogni possibile via giuridica (anche un’esecuzione forzata) per ottenere il credito. In questo caso sarebbe stata prodotta solo la richiesta di pagamento. In secondo luogo la difesa dei nonni ritiene che la donna non abbia dimostrato di avere messo in campo tutta la sua potenzialità lavorativa per trovare un impiego. Infine il legale, citando proprio la norma - «che parla di ascendenti» - sostiene che semmai debba essere chiamata in causa anche la nonna materna (il nonno paterno è morto). Per questo, pure disponibili ad aiutare la nipote - come hanno già fatto - chiedono che la richiesta della ex nuora sia respinta.

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