Gravissimo incidente al Bus de Vela: due motociclisti sono morti

di Leonardo Pontalti

Più di mille persone hanno voluto partecipare - ieri a Cembra - all'ultimo saluto a Laura Nardon e Francesco Merz, i due coniugi uccisi domenica pomeriggio da un'auto che viaggiava contromano sul Bus de Vela. Un abbraccio enorme per la coppia (due persone che non verranno dimenticate) e per i loro figli Elisa di 18 anni e Luca di 15. La Cassa rurale di Giovo ha aperto un conto corrente dedicato ai due ragazzi: ma la cosa più importante è la grande dimostrazione di affetto nei loro confronti. Patrizia Benedetti, la guidatrice dell'auto che procedendo contromano ha causato lo schianto, aveva incrociato trenta auto prima del tragico incidente. La donna ieri si è presentata in aula, ancora in stato choc: «Non ricordo nulla».

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IL PROCESSO - AGGIORNAMENTO ORE 12.00: è stato convalidato l'arresto di Patrizia Benedetti. Accolta anche la richiesta di rinvio: l'udienza è stata fissata per il prossimo 17 agosto

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IL PROCESSO - AGGIORNAMENTO ORE 11.30: è da poco iniziata l'udienza di convalida dell'arresto, alla presenza dei soli legali. L'avvocato chiederà un rinvio tecnico per risarcire la famiglia delle due vittime e scegliere quindi il rito processuale. In aula si attende la decisione dei giudici sulla richiesta di rinvio. È presente anche Patrizia Benedetti, protetta dai carabinieri come si vede nella foto:

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La donna alla guida della della Suzuki Gran Vitara che domenica pomeriggio ha imboccato contromano il Bus de Vela, provocando la morte di Laura Nardon, 47 anni, e del marito Francesco Merz, 46 anni, aveva un tasso alcolico cinque volte oltre il limite. Dal prelievo del sangue effettuato all'ospedale Santa Chiara di Trento è emerso che la conducente del suv - Patrizia Benedetti, 49 anni, di Cles, insegnante elementare - aveva un valore di 2,76, rispetto allo 0,50 fissato dalla legge. Circostanza che domenica aveva fatto scattare l'arresto in flagranza di reato per omicidio colposo aggravato. I carabinieri di Trento, sentito il parere del pubblico ministero Carmine Russo, avevano eseguito la misura e la donna è stata posta ai domiciliari a Cles. Ma perché mettersi alla guida dopo avere bevuto tanto? Perché una donna incensurata, madre di famiglia e insegnante, avrebbe compiuto un simile azzardo? Dietro quel gesto, come spiega l'avvocato della 49enne, Paolo Chiariello, ci sarebbe una forte depressione. Un'angoscia dalla quale la donna domenica avrebbe cercato di fuggire ricorrendo all'alcol.


LA DEPRESSIONE

Una depressione nascosta per mesi e non curata. E poi improvvisa la scelta di rifugiarsi nell'alcol, per uscire dall'angoscia di una domenica di sole.
È Paolo Chiariello, l'avvocato di Patrizia Benedetti, a ricostruire i contorni di questa terribile vicenda. Non per giustificare l'accaduto, dice, ma per spiegare cosa c'è dietro il comportamento di questa donna dalla vita apparentemente «normale».«Ieri (domenica ndr) la signora sentiva un'angoscia che non riusciva a fronteggiare - spiega - così, per la prima volta, ha bevuto. Poi non ricorda altro». Non gli eccessi alcolici durante un pranzo o una festa né un'abitudine, secondo il legale, ma una fuga solitaria da quel mal di vivere che da tempo le aveva reso l'esistenza insopportabile. «Si è tenuta tutto dentro, forse per pudore ha nascosto tutto anche ai familiari, che pure avevano compreso un malessere, senza però immaginarne le dimensioni. La signora ha sempre cercato di nascondere la depressione, di cui aveva sofferto molti anni prima, ma che era stata superata. Ieri (domenica ndr) l'angoscia era diventata insopportabile e il ricorso all'alcol è stato un impulso improvviso per cercare di spegnerla. Due settimane fa ha comperato una bottiglia di Sambuca e ieri ricorda di avere bevuto parecchie sorsate. Poi non ricorda altro, se non il fatto che aveva pensato di andare in Bondone». Il resto è solo una sequenza confusa. La donna sarebbe partita di casa nel primo pomeriggio e avrebbe vagato in auto. «Non voleva dire che stava male e fare preoccupare i familiari, così ha detto che avrebbe incontrato alcune amiche, ma non era così. Purtroppo - sottolinea il legale - non ha mai trovato il coraggio di andare da un medico. Sono due tragedie che si sono incontrate».
Con il trascorrere delle ore ha preso coscienza dell'immane tragedia causata. Disperata e sofferente per il peso di questi due morti. Anche per questo la difesa ha chiesto e ottenuto il permesso dalla procura di farla visitare da una psicologa.
Da parte della famiglia della donna, intanto, emerge una grandissima tristezza e impotenza di fronte all'enormità dei fatti. «Vorremmo esprimere grande vicinanza alla famiglia delle vittime, colpita da questa immane tragedia - dice il fratello della donna, Romano Benedetti - Noi ora abbiamo un dramma in casa ma, evidentemente, il loro è molto più grande. Non facciamo altro che pensare a loro e non riusciamo a capacitarci di tutto questo. Non ce la sentiamo di andare a incontrarli subito per manifestare la nostra vicinanza, ma appena potremo è nostro desiderio farlo».


IL FUNERALE

Si svolgerà questo pomeriggio, martedì 21 luglio, a Cembra - partenza alle ore 17.30 presso la chiesa parrocchiale - il funerale di Francesco Merz e della moglie Laura Nardon. La coppia stava tornando a casa dopo una giornata trascorsa sul lago di Garda a bordo della loro moto; nel tratto del Bus de Vela un'auto contromano li ha travolti.


PROCESSO PER DIRETTISSIMA

Emergono nuovi inquietanti particolari sull'incidente al Bus de Vela: la donna nonesa alla guida della Suzuki aveva un tasso di alcol nel sangue cinque volte superiore al lecito (il lecito, lo ricordiamo, è 0,50: la donna era sopra il 2,50). Il processo per direttissima avverrà domani mattina: rischia una pena da 3 a 7 anni di carcere per omicidio colposo aggravato.


LA DINAMICA

Uno schianto terribile, con due vite che si sono spezzate sull'asfalto per una ragione assurda, tremenda: quella della capacità di una donna, una 50enne di Cles, di mettersi al volante - con valori alcolemici ben oltre i limiti consentiti, secondo gli esami effettuati dai carabinieri - e di percorrere per due chilometri e mezzo la Gardesana contromano, in uno dei tratti più tortuosi come quello del Bus de Vela e in una giornata di traffico intenso com'è quello di una domenica di fine luglio. Assurdo, incredibile, eppure è successo: e poco prima delle 16.45 di ieri a trovare sulla loro strada la Suzuki Grand Vitara della donna sono stati Francesco Merz, 47 anni e Laura Nardon, 46, marito e moglie di Cembra. A bordo della loro Yamaha Tdm 850 stavano rientrando a casa dopo aver trascorso la domenica sul Garda, a Torbole assieme ai nipoti: anche loro stavano rientrando, con il loro scooter. Viaggiavano qualche auto dietro di loro anche i nipoti della coppia: quando davanti a loro hanno visto le auto frenare di colpo, ancora non sapevano che stava accadendo perché gli zii erano stati falciati da un fuoristrada contromano. Poi, hanno visto i rottami della moto ed i corpi di Francesco e Laura.

Lo schianto è avvenuto una manciata di metri fuori dalla galleria San Vigilio, la prima, e più breve, delle due gallerie del Bus de Vela. Sbucando dal tunnel si deve affrontare subito una curva verso sinistra: Francesco e Laura non hanno probabilmente avuto neppure il tempo di frenare: per miracolo il furgone Volkswagen che scendeva davanti alla Yamaha ha evitato la Grand Vitara, ma la coppia cembrana ha solo avuto il tempo di notare la sterzata del furgone. Poi la Suzuki è spuntata loro contro dalla curva. Procedendo veloce, come hanno confermato altri automobilisti che - negli istanti precedenti - hanno incrociato la donna nell'altra galleria, quella a valle, più lunga. Nessuno riuscirà mai a spiegare razionalmente come abbia fatto la donna a non centrare altri mezzi, dopo aver iniziato la sua folle corsa contromano dallo svincolo di via Brescia, da dove scendono i mezzi che, diretti a Piedicastello, lasciano la Gardesana prima del viadotto dell'ex Zuffo.

Ma quando la 50enne è giunta nei pressi dell'altra galleria, il miracolo che aveva risparmiato gli altri automobilisti si è esaurito. L'impatto tra la Grand Vitara e la Yamaha è stato di una violenza terribile: Francesco e Laura, dopo che il frontale della moto si è disintegrato contro quello del fuoristrada, sono finiti contro il parabrezza e poi sono stati proiettatia metri di distanza più in basso. Gravissime le ferite che hanno riportato: quando sul posto sono giunti i sanitari del 118 non c'era già più nulla da fare. L'elicottero dei vigili del fuoco permanenti stava attendendo, verrebbe da dire in maniera quasi fiduciosa - in un prato tra l'imbocco della galleria e il tunnel di Cadine. Ma l'equipaggio ha atteso invano l'arrivo di un'ambulanza: è tornato a Mattarello vuoto, ripartendo mestamente mentre carabinieri e polizia - intervenuti assieme ai vigili del fuoco permanenti ed ai volontari del corpo di Cadine - iniziavano a far uscire lentamente i veicoli incolonnati all'interno della galleria e a dirottarli - come accadrà poi a tutti i mezzi bloccati fino all'imbocco del tunnel - verso Sopramonte e Cadine, unico modo per raggiungere la città, via Sardagna.
Intanto i militari dell'Arma procedevano con il pietoso rito del riconoscimento - agevolato come detto dalla presenza dei nipoti - dei corpi, attorno ai quali la miriade di frammenti di parti di auto e moto testimoniava la violenza dell'impatto.

Le salme sono state poi ricomposte alla camera mortuaria del cimitero di via Giusti a Trento, mentre la 50enne al volante della Suzuki Grand Vitara è stata condotta dai carabinieri in caserma a Trento dove è stata identificata e sottoposta poi, come da prassi ad esami tossicologici: l'alcoltest avrebbe evidenziato valori ben oltre i limiti consentiti dalla legge: la donna in serata è stata posta in arresto con l'accusa di omicidio colposo aggravato.

I RICORDI

Quella che si dice una bella coppia. Stimata dalla comunità, apprezzata per l'impegno nell'associazionismo, capace di tirare su due figli con la sana passione per lo sport. Il paese di Cembra è sotto shock per la tragedia avvenuta ieri pomeriggio su quella maledetta curva della Gardesana. Perché Laura Nardon e Francesco Merz non erano due persone qualsiasi. Erano apprezzate e benvolute nel loro paese. Laura Nardon, cembrana doc, in paese ha le sue radici. Ha sempre vissuto in via Carraia 9, prima con mamma Anna Gottardi e papà Saverio, scomparso qualche anno fa, poi creando una sua famiglia con Francesco e due figli, una femmina e un maschio oggi di 18 e 15 anni.

Quinta di sei sorelle - sparse tra Cembra, il resto della valle la valle di Fiemme -, aveva un carattere aperto, gioviale con tutti. Gestiva l'antico forno Holler - oggi panetteria Brugnara - in piazza San Rocco, un lavoro che la metteva costantemente in contatto con la gente. A detta dei suoi compaesani sapeva farsi apprezzare «perché - come racconta una signora incontrata nelle strette viuzze durante una caldissima ma ancor più triste domenica di luglio - aveva sempre un sorriso e una bella parola per tutti». «Entrare in negozio era sempre un bel momento perché ci si sentiva come a casa e si poteva ascoltare una voce amica» racconta qualcun altro.

Un bel carattere che faceva il paio con quello del marito Francesco. Quarantasette anni, originario di Povo, si era trasferito in valle di Cembra dopo aver conosciuto Laura e aver deciso di condividere con lei un unico cammino di vita.
Lavorava a Trento come rappresentante della Innerhofer, la ditta di impiantistica e termotecnica di via Maccani. Nonostante fosse per tutta la giornata lontano da Cembra aveva saputo farsi apprezzare nel paese che l'aveva adottato.
Assieme alla moglie Laura si era fatto contagiare dall'amore per il volley ed era diventato uno dei dirigenti più presenti della società cembrana e dava volentieri una mano anche alla festa campestre che tradizionalmente viene organizzata in estate. L'altra passione, quella della motocicletta, era qualcosa di più recente, tanto che non tutti in paese erano a conoscenza che Francesco avesse acquistato la Yamaha. «L'avevo incontrato proprio sabato sera alla festa di Fadana ed era venuto a cercarmi per portarmi i saluti di una conoscenza comune» racconta il sindaco Antonietta Nardin. Anche lei, come tutto il paese, scossa in profondità da questa tragedia.

Ieri verso ora di cena Nardin è andata a casa Nardon per incontrare mamma Anna, le sorelle di Laura, i cognati, tutti stretti attorno a due figlioli che in un solo, tragico, instante hanno perso mamma e papà. «Non posso che descriverli come una coppia splendida, attiva in paese - spiega il sindaco - Avevamo i figli assieme a scuola, alla catechesi per cui personalmente posso dire di conoscere bene tutta la famiglia». Dopo un consulto telefonico con il resto della giunta, in serata Nardin ha deciso di proclamare il lutto cittadino. Saranno annullate tutti gli eventi in calendario nei prossimi giorni, compresi la seduta di consiglio comunale e la cerimonia di festeggiamenti per la squadra di curling. «In questi momenti è giusto che tutta la comunità si stringa attorno ad una famiglia schiantata dal dolore - prosegue -. Lo dico perché percepisco che da parte di tanta gente c'è davvero una forte condivisione per una tragedia che davvero non ha spiegazioni». «Anche perché - insiste Nardin - erano due persone che portavano ricchezza alla comunità. Sarà un'inutile consolazione, ma davvero i loro figli potranno essere orgogliosi di aver visto due genitori così».

LA DIRETTA DI DOMENICA

AGGIORNAMENTI NEWS E TRAFFICO

Ore 21.15: la 50enne nonesa alla guida dell'auto è stata arrestata con l’accusa di omicidio colposo aggravato, dopo essere stata sottoposta all'alcoltest, al quale sarebbe risultata positiva

Ore 21.00: il traffico sulla Gardesana è stato riaperto, e piano piano il flusso si sta normalizzando

Ore 19.30: le vittime sono Francesco Merz, del 1968, e Laura Nardon, del '69

Ore 18.55: lunghe code a Sopramonte, con tutto il traffico deviato attraverso il paese e Candriai verso Sardagna.

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Ore 18.45: alla guida della Suzuki Gran Vitara c'era una trentina di 50 anni.

Ore 18.40: l'ipotesi è ora assurda certezza: l'auto procedeva contromano.

Ore 18.30: le drammatiche immagini di quel che resta della motocicletta.

Tragico incidente al Bus de Vela, le drammatiche foto

GUARDA LA PHOTOGALLERY

Ore 18.20: le vittime sono marito e moglie.

Ore 18.15: i due motociclisti morti sono entrambi di Cembra, 46 e 47 anni

Ore 18.05: i due motociclisti morti sono trentini.

Ore 18.00: prende sempre più corpo l'ipotesi dell'auto contromano: sarebbe partita da Piedicastello.

Ore 17.50: secondo una primissima ricostruzione pare che l'automobile stesse procedendo contromano

Ore 17.30: chi arriva da Vezzano deve svoltare verso Sopramonte e Candriai.

Ore 17.30: Chi deve tornare dal Garda vada da Rovereto.

Ore 17.20: le forze dell'ordine stanno sgomberando la galleria.

Ore 17.20: inevitabilmente bloccato la gardesana in direzione Trento. Da Cadine il capoluogo è al momento raggiungibile solo via Sopramonte, Candriai e Sardagna.

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