Rivoluzione al Barycentro, si venderanno anche alcolici

Grandi novità nel bar di piazza Venezia a partire dal primo luglio

«Decadenza dell’autorizzazione al funzionamento rilasciata alla struttura operativa socioassistenziale “centro di aggregazione giovanile”». Questa la formula burocratica utilizzata dal Servizio Politiche sociali della Provincia con cui si mette fine dopo oltre 20 anni all’esperienza del Barycentro di piazza Venezia come tutti l’abbiamo conosciuta. Non significa che il bar - ma anche centro culturale e di aggregazione - chiuderà per sempre, ma certo dal primo luglio cambieranno tante cose.

Per prima cosa l’organizzazione: non sarà più la cooperativa Spes a gestire la struttura, che passerà ad una società detenuta al 100 per cento da Consolida, di nome Arti.co. Dopo tre anni di attività, infatti, la Spes - a causa del taglio dei contributi pubblici - aveva deciso di farsi da parte. Al suo posto Arti.co. «Che - spiega il direttore di Consolida Michela Tait - dal primo luglio non avrà più l’autorizzazione della Provincia a portare avanti l’attività di centro sociale con conseguenti contributi». Che fine farà allora il Barycentro? «Continueremo a fare attività sociale, ma il progetto sarà rivisto». Ad agosto il locale chiuderà per un periodo e quando riaprirà partirà la nuova gestione.

«Quel che è certo - sentenzia Tait - è che senza un contributo pubblico un bar bianco in Trentino non funziona. Quindi anche noi venderemo alcol, ma ci limiteremo a 21 gradi, come altri bar che hanno profonda attenzione al sociale». Pur essendo una cooperativa e non una spa che ha come unico obiettivo il business, anche Consolida deve stare attenta ai costi «e un bar analcolico - spiega Tait - pouò funzionare dalle 8 del mattino alle 14, dal pomeriggio se uno va al bar una birra o un bicchiere del vino li ordina. Noi ci adeguiamo. Certo non spingeremo con gli happy hour o lo sballo alcolico, ma promuoveremo la cultura del bere bene e responsabile, consci che ora come ora questa posizione forse è meno elitaria dell’alcol free. Gli estremismi alla fine non fanno altro che generare divisioni».

Insomma, il Barycentro diventerà un bar come gli altri, anche se senza superalcolici e macchinette «mangiasoldi». «Si continuerà a svolgere attività culturali, ma ci sarà un’attenzione maggiore per la parte commerciale perché con quella bisogna far fronte alla mancanza di contributi pubblici». Il Barycentro avrà poi una sorta di «gemello» a Gardolo. «In autunno apriremo un bar in via Rienza, all’interno di una palazzina Itea con 90 appartamenti sul modello di quello di piazza Venezia, anche se lì la connotazione sociale sarà ancora più evidente».

Per il Barycentro si tratta dell’ennesima rivoluzione della sua storia. Nato negli anni Novanta per iniziativa della Cooperativo Delfino come centro aperto per le persone con disagi psichici dotato di bar interno, successivamente divenne locale pubblico che ospitava gente indicata dai servizi, per poi diventare un bar bianco con attività per favorire l’incontro e la socializazzione.

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