Albere, un calendario per dare un'anima al quartiere

di Nicola Guarnieri - NO

Il quartiere che non c'è cerca una propria identità. Le Albere, sorte accanto alla villa fortezza omonima dei principi vescovi Madruzzo sulle ceneri della Michelin - il fabbricone che ha dato lavoro per decenni a migliaia di trentini contribuendo a inseguire il sogno industriale di un'intera provincia di montagna - è costato un occhio della testa, è stato firmato dall'archistar Renzo Piano ma, di fatto, socialmente non esiste. Si tratta piuttosto di un agglomerato di condomini di ultima generazione, ad alto risparmio energetico e concepiti per il vivere bene e, non a caso, in grado di mescolare vintage con futuro.

Ma di anima, purtroppo, non c'è proprio traccia. Ecco, dunque, che tocca a chi ci vive e ci lavora cercare di trasformare questo borgo di legno, vetro e cemento in un villaggio vivibile, assimilabile ad un borgo umano fatto, più che di materiali ancorché «eco», di relazioni, sorrisi e strette di mano.

La scommessa del Caffè Dersut, uno degli esercizi commerciali che ha voluto scommettere su questo polo urbano promosso a più non posso dai creatori e dall'ente pubblico, va in questa direzione e la prima mossa è stata economicamente a buon mercato ma simbolicamente di alto livello: un calendario del 2015, rigorosamente da appendere al muro, con le foto di clienti, residenti, impiegati degli uffici, giocatori di basket e volley, lavoratori, operai impegnati a completare le Albere compresi: tutta gente che, per le più svariate ragioni, bazzica nella zona.

Nel calendario che ci accompagnerà per i prossimi dodici mesi, ovviamente tutti rigorosamente griffati Dersut, appaiono dunque coloro che, con la sola presenza, contribuiscono a rendere le Albere un quartiere, quello che sembra faticare a diventare.
Insomma, un'iniziativa dal basso partita per colmare una lacuna pubblica visto che la macchina del capo si è limitata a lanciare la rinascita della fabbrica trasformata in alloggio di classe ma senza considerare che ogni angolo di pianeta, topaie comprese, è reso vivo e reale da chi ci vive quotidianamente, ricco o povero che sia.

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