Vitalizi e (non) restituzioni: Mauro Delladio, la tecnica del silenzio

di Domenico Sartori

C'è chi, come Pino Morandini, ha infine scelto la via del pentimento, restituito alla Regione la quota (319.955,90 euro) dei vitalizi dovuta e ritirato il ricorso. E chi, i più (ne restano 64 dopo la marcia indietro di Morandini e di Arnold Tribus ), tiene duro, aggrappato agli inscalfibili, per lui, «diritti acquisiti», mettendoci anche pubblicamente la faccia, come Margherita Cogo, Mario Malossini e l'irriducibile Claudio Taverna . Mauro Delladio ha invece scelto una terza via: il silenzio. La tecnica del nascondimento, cioè dello scomparire da ogni orizzonte pubblico. Che non prefigura alcun ripensamento, anzi.

Da mesi, da quando il bubbone della vicenda vitalizi occupa le cronache politiche regionali, il numero uno degli «ex», per importi in gioco (1.322.948,29 euro di valore «vitalizio» e 462.684,26 da restituire), è introvabile. Inutile cercare di raggiungerlo al telefono. Scomparso, lui che in Fiemme, con il pedrazzano (d'origini) Morandini, è stato per quattro legislature, dal 1993 (quando fu eletto per la prima volta con la Lega Nord) al 2013, una efficiente, scientifica macchina acchiappa-voti: 1.521 nel '93; 2.198 (con Forza Italia) nel '98; 2.129 nel 2003; 2.090 (con il Popolo della Libertà) nel 2008. Vent'anni tra Daiano (dove vive) e Trento. La politica come professione, weberianamente intesa, che il perito elettrotecnico Mauro Delladio (57 anni dopodomani) ha sposato, in distacco dalla Sip, poi Telecom, in cui non è più rientrato, al termine delle quattro legislature, «coperto» dal vitalizio.

Non che la passione per la politica sia svanita di colpo: vicende di cui s'è occupato, inanellando interrogazioni su interrogazioni, come quella della finanza di progetto adottata per il Not, il Nuovo ospedale trentino, o per la piscina di Mezzolombardo (progetti entrambi finiti in un nonnulla), lo appassionano ancora. Ma le segue sotto traccia. Anche in paese, dove è stato consigliere comunale, membro del comitato per le manifestazioni locali, segretario del gruppo alpini dal 1980 al 2005, il sergente di complemento Delladio è praticamente assente. Dice il sindaco Elvio Partel , già Scario della Magnifica Comunità di Fiemme: «Ormai, non lo si vede più, neanche in chiesa. Forse va a Cavalese...». Daiano, 700 anime, è il paese più soleggiato della valle. Che dice la gente? «La maggior parte è scettica, sulla questione dei vitalizi» risponde Partel. E lei, sindaco? «Personalmente, qualche perplessità ce l'ho anch'io».

Davanti alla filiale della Cassa Rurale, c'è chi commenta: «Non lo si vede più. Pensi, eravamo amici, siamo stati nel gruppo alpini, insieme, per anni. Mauro non si fa più vedere. Per me l'è zoto !». E che vuol dire? «Che sa di non essere nel giusto. Neanche al 60° del gruppo alpini dedicato a Federico Dagostin, suo zio ucciso in Grecia, s'è fatto vedere. E neppure ieri (ieri l'altro, ndr) al raduno dei vigili del fuoco di Daiano, Carano e Varena per Santa Barbara, fatto qui in paese. Vive da recluso. Dovrebbe fare come Morandini, ritirare il ricorso! Ne hanno già abbastanza...». Il buen retiro di Delladio, dov'è parcheggiato il Suv Audi nuovo di zecca, è in via Arca, sulla strada che scende verso Carano. Alla porta, mi accoglie Antonella, la moglie, persona gentile. Com'è gentile l'ex consigliere, con le sue scarpe infangate per i lavori nell'orto sotto casa, tirato come un biliardo. Gentile quanto risoluto nel dire che, ora, s'è ritirato a vita privata e della vicenda vitalizi non vuol dire una parola. Un salto a Predazzo, paese di Pino Morandini. Anche lui, negli ultimi tempi, non s'è fatto vedere da queste parti. Commento di un anziano: «L'ho votà. Ora l'ha restituì el dovuto. Ma se 'l pasa, el ciapo a peade».

 

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