Senzatetto a Trento, serve un ricovero per 300 persone

di Fabia Sartori

La morte di un uomo senza fissa dimora, ha riportato drammaticamente in primo piano la questione delle persone senza casa, che si stima siano circa trecento a Trento. Al momento i posti letto disponibili per i senza dimora della città sono 91.

E questo grazie all'apertura dei «container» accanto alla casa d'accoglienza Bonomelli di Piedicastello avvenuta lo scorso lunedì 10 novembre. Si può parlare ancora di «regime estivo» e non di emergenza freddo: la casa d'accoglienza Bonomelli (41 posti effettivi), Casa Orlando (18 posti) e Casa Briamasco (14 posti) sono rimaste a disposizione dei senza tetto per l'intero periodo estivo. «Praticamente dalla riapertura di novembre 2013 non hanno mai osservato giornate di chiusura - dichiara il coordinatore generale della cooperativa sociale Villa Sant'Ignazio Massimo Komatz - e si tratta in assoluto del primo anno».
«Con lunedì scorso sono stati anche resi disponibili i posti letto (18) realizzati all'interno del container accanto alla nostra struttura principale» dichiara il direttore della Fondazione comunità solidale (che gestisce casa Briamasco e casa d'accoglienza Bonomelli) Cristian Gatti.

«Mentre a partire da lunedì 1° dicembre - spiega Michele Boso della cooperativa sociale Punto d'Incontro - tornerà ad attivarsi la struttura d'ospitalità a Ravina, ovvero la Casa Crosina Sartori (con i suoi 10 posti letto) gestita dalla nostra cooperativa sociale». Conti alla mano, si tratta di un totale di 101 posti letto.


Che saliranno a 125 grazie ai 24 letti di Casa Papa Francesco: «Da lunedì 1 dicembre - dice il direttore di Casa Papa Francesco Pino Palatucci - ci trasferiremo in uno stabile privato in via del Commercio». I 95 posti messi a disposizione durante la scorsa stagione invernale dalla sede di via Santa Croce sono stati solo una parentesi: i volontari che gestiscono la struttura sono stati costretti al trasloco in quanto l'ex patronato Cisl (dove sorgeva il dormitorio) non è più a disposizione.


Complessivamente, quindi, gli oltre 400 senza dimora che gravitano sulla città di Trento affronteranno l'inverno con 125 posti letto a disposizione. «Il che, con una semplice differenza - sottolinea il presidente dell'associazione Volontarinstrada Claudio Bertolli - si traduce in quasi 300 clochard che saranno costretti a prodigarsi per individuare un riparo da freddo ed intemperie invernali». In tale contesto non bisogna scordare che la Provincia, circa un mese fa, ha annunciato lo stanziamento di 100.000 euro per creare un nuovo punto d'accoglienza in città. Che, tuttavia, non ha ancora una precisa collocazione. Né tantomeno un numero di posti letto associato.


I senza fissa dimora che non troveranno spazio nei dormitori della città saranno costretti a dormire all'aperto. «I luoghi di fortuna più ricorrenti - afferma Bertolli - sono panchine accanto alla strada (ad esempio nella zona cimitero) oppure vicoli e portici poco frequentati». Qualcuno sceglie anche l'argine dell'Adige (con la piena di questi giorni in pochi ci si sono recati). O ancora le strutture abbandonate di ex Italcementi o ex Frizzera.
Tutti gli intervistati concordano nello stimare che il 60% dei senza tetto è d'origine straniera (Nord Africa o Est Europa). Il 40% degli indigenti è di nazionalità italiana: la crisi degli ultimi anni e le difficoltà familiari hanno colpito duramente anche sul nostro territorio.

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