L’incredibile volto di Ryugu

L’incredibile volto di Ryugu

di Christian Lavarian

Lo studio degli asteroidi permette di indagare a fondo le origini del nostro sistema solare: questi grandi frammenti di roccia e metallo si formarono insieme al Sole e ai pianeti 4,5 miliardi di anni fa ma non subirono, a differenza di questi ultimi, alcuna evoluzione geologica. Sono «fossili» del nostro sistema e come tali danno precise indicazioni su com’era la nostra casa miliardi di anni fa.

Fu solo nel 1991 che gli astronomi ebbero a disposizione le prime immagini ravvicinate degli asteroidi, grazie alla sonda Galileo che sorvolò prima Gaspra e poi Ida: successivamente vennero progettate e inviate delle sonde con l’obiettivo di avvicinarsi il più possibile a questi oggetti e, addirittura, di atterrarvi sopra: un compito difficilissimo, considerato che gli asteroidi sono corpi molto piccoli e dalla superficie estremamente irregolare.

Dalla fine degli anni ’90 ad oggi arrivarono a destinazione le sonde NEAR, Hayabusa, Dawn e Stardust, tutte su differenti asteroidi. Solo alcuni giorni fa la sonda giapponese Haybusa 2, avvicinatasi all’asteroide Ryugu, ha per la prima volta rilasciato due piccoli rover denominati Minerva che sono atterrati integri sulla superficie e stanno ora inviando entusiasmanti immagini oltre a raccogliere preziosi dati scientifici: hanno la forma di due grosse scatole, dallo straordinario contenuto tecnologico, che compiono con grande cautela piccoli salti tra le rocce di Ryugu.

Vediamo così da vicino un mondo alieno con incredibile dettaglio in attesa, tra qualche giorno, dell’arrivo in superficie della piccola sonda europea Mascot, lanciata sempre da Hayabusa 2. L’obiettivo finale della missione è far scendere la sonda principale sull’asteroide per prelevare dei campioni da riportare sulla Terra.

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