La faina, predatore voracissimo

La faina, predatore voracissimo

di Luca Fusco

I boschi sono pieni di animali, ma difficilmente questi si lasciano vedere, anche solo di sfuggita, da noi umani.
Con l’uso delle fototrappole, invece, è possibile svelare tutto ciò che succede nel bosco quando noi non ci siamo, avvalendoci di una vera e propria “finestra” attraverso la quale possiamo studiare tutti i suoi abitanti, anche quelli più sfuggenti e più difficili da incontrare.

Uno degli animali più difficili da rintracciare, se non proprio mediante l’uso di questi strumenti video, è la faina. Questa è un mammifero appartenente alla famiglia dei mustelidi con corpo di forma allungata, zampe corte e una lunga e folta coda.

Nonostante le sue piccole dimensioni, è nota come uno dei più capaci (ed anzi, sanguinari) carnivori delle nostre zone. Chiunque vive in campagna o possiede degli animali da cortile sa, infatti, che il principale pericolo per loro è rappresentato proprio da questo animale, audace ed abilissimo nel superare recinzioni e ostacoli, viene colto da una vera e propria sovraeccitazione (data dall’abbondanza di prede impossibilitate alla fuga) che lo portano ad uccidere ben oltre il suo fabbisogno alimentare, andando a commettere quelle che la tradizione ha rinominato “stragi nei pollai”.

In realtà, questa è una caratteristica comune anche ad altri predatori che non pregiudica in alcun modo il fascino posseduto da questo animale del tutto innocuo per l’uomo.

Per riuscire a rintracciare una faina, oltre che abilità nello scegliere il luogo in cui piazzare la propria fototrappola, è necessaria anche una buona dose di fortuna e, soprattutto, un apparecchio in grado di percepire i suoi movimenti anche al buio (è animale prevalentemente notturno) ed immortalarne così i comportamenti.

Dopo anni di pratica e di ricerca sono riuscito ad individuare alcune caratteristiche che devono essere possedute dal luogo “di appostamento”: questo deve trovarsi nelle vicinanze di una fonte d’acqua con numerosi anfratti tra rocce e tronchi che possano fungere da riparo e, se possibile, anche non troppo distante dai centri abitati, scorta inesauribile di cibo per questo animale.

Ultima difficoltà nello studio di questo mammifero è data dal suo effettivo e preciso riconoscimento: è, infatti, estremamente difficile distinguere con precisione una faina da altre specie di animali e in modo particolare dalla martora: del tutto simile per atteggiamento e struttura del corpo, gli unici elementi di distinzione sono dati dal naso di colore rosa (nero nella martora) e dalla macchia bianca sulla gola (giallo-arancia nella martora).

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