Col voto spuntano amici ovunque

Per quanto ci si sforzi di concentrarsi su altro, il Covid-19 finisce per impadronirsi di ogni pensiero.
Vale per il ritorno a scuola, che è profondamente condizionato dal maledetto virus. Tornare fra i banchi, anche con mascherine, con regole ferree e con i necessari distanziamenti, significa però far ripartire davvero un Paese.
Vale per l'economia, che sta forse vivendo la stagione più difficile e che fatica a guardare oltre l'oggi, visto che il rialzo dei contagi rende incerto il domani. Tornare a galoppare è l'unica strada possibile, ma ogni settore gira con pesanti zavorre sulle ali: finanziamenti e aiuti - laddove sono arrivati - rappresentano una risposta al presente. Ma il futuro è tutto da scrivere. E troppi posti di lavoro sono già saltati.
Vale poi per la politica. Una campagna elettorale estiva, per di più con l'impossibilità di un contatto tradizionale fra candidati e gli elettori, non s'era mai vista. Tutto è incerto e precario, anche se la democrazia offre spazio a tutti. Tantissimi vogliono infatti fare il sindaco o il consigliere. La sintesi, che alla politica non riesce, è in un certo senso delegata ad elettori che cercheranno, nell'urna, di semplificare il semplificabile. Il proliferare dei candidati è una bella dimostrazione di libertà, ma anche un paradosso: di questo passo ci saranno più aspiranti consiglieri comunali che elettori. Anche se la presenza massiccia di vicini di casa, di amici di cui non ricordavamo l'esistenza (ma loro si stanno tutti ricordando di noi, cercandoci del tutto casualmente proprio in questo periodo), potrebbe in fondo convincere ad andare a votare chi pensa - sbagliando - che tutto sia sempre già deciso e che votare sia un esercizio inutile. Impressione fortemente rafforzata dal referendum per il quale voteremo lo stesso giorno: un taglio dei parlamentari senza idee. Di solito prima arrivano le riforme e poi si chiede un giudizio agli elettori. Questa volta si vota invece non per ridisegnare il bicameralismo o per assegnare compiti e ruoli diversi a Camera e a Senato o, ancora, per uscire dalla lunga epoca che all'indomani del fascismo ha indotto i costituenti a blindare in un determinato modo la democrazia. Si vota semplicemente per dare una potata alla classe politica. Non a caso, nessun partito osa manifestare pubblicamente la contrarietà a un progetto che invece, privatamente, non nasconde di considerare inutile e dannoso: perché passa solo il messaggio che non servano tutti questi parlamentari. Nel nostro territorio, il taglio - come abbiamo scritto in questi giorni - rischia fra l'altro d'indebolire gli italiani di Bolzano e di cancellare quasi definitivamente l'idea che esista una Regione. Una specie di capolavoro al contrario. Ma oggi, si sa, i politici non vanno certo di moda.

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