Caro ministro Boccia, serve chiarezza

Caro ministro Boccia,  serve chiarezza

di Alberto Faustini

Caro ministro Boccia, lei oggi arriva in una Trento che non è ancora riuscita ad inquadrarla. Un po’ perché non s’è ancora ben capito dove voglia andare il “suo” governo e che disegno abbia non solo sull’autonomia (tema a noi tutti caro per evidenti motivi), ma anche su molti altri argomenti nazionali e internazionali. Diciamocelo: il collante che vi tiene insieme sembra ancora, per paradosso, Salvini. Ma evitare che il capitano arrivi o torni in zona Palazzo Chigi - benché sia un timore di un importante pezzo del Paese - non è esattamente un programma di governo. L’altra ragione per cui si fatica ad inquadrarla, caro ministro Boccia, riguarda invece proprio quell’autonomia che lei - forse guardando a quello che è accaduto in altre terre autonome a lei più vicine - non sembra considerare un fiore all’occhiello. Qui, alcune sue dichiarazioni hanno fatto pensare a una sorta di omologazione. La sua non è e non può dunque essere solo una  visita di cortesia, un classico momento istituzionale in tutto simile ai tanti che ci sono nella sua agenda: due strette di mano e via. Questa lunga storia d’autogoverno merita chiarezza: Trento e Bolzano s’aspettano risposte (e tutele) precise.

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