Stelle stalle e selle: tripletta ecologica

Stelle stalle e selle: tripletta ecologica

di Paolo Ghezzi

Stelle stalle e selle: un tris ecologico. Potrebbe essere una tripletta vincente per il Trentino turistico, al di là dei suoi attuali problemi con i grandi predatori.

Chi ha la fortuna di frequentare le valli meno frequentate della provincia sa che lo spettacolo naturale più perfetto, superiore perfino alle supreme bellezze e altezze dolomitiche, è quello di una notte stellata sottratta all’inquinamento luminoso che intacca ormai perfino i paesi più periferici, dove la proliferazione dei lampioni municipali rovina la magia della notte. Safari stellari, unici attrezzi richiesti i propri occhi, con astronomi e astrofili come guide, potrebbero conquistare i visitatori metropolitani che hanno dimenticato che cos’è il buio, come brilla una stella e come è bianca la via lattea.

Dalle stelle alle stalle: oltre agli animali allevati per il latte e per la carne, perché non cavalcare convinti la carta degli equini e dei trekking a quattro gambe? Non solo per le famiglie con bambini ma per molti amanti del rapporto con la natura potrebbe essere un incremento gradito quello della popolazione di cavalli e asini, mezzi di trasporto che non consumano idrocarburi, che fanno compagnia, presenze semplici ed eleganti nel paesaggio montano.

Dalle selle equestri a quelle delle nostre meccaniche sorelle, le biciclette. Selle che, quando non ci siamo seduti sopra, cercano ripari, soste, stalli. Ad Arco, che subisce la pacifica invasione dei Radler tedeschi, sono già ben attrezzati, con lineari rastrelliere davanti ai caffè, ma molti posti turistici sono ancora poco biker-friendly: le bici non si sa mai dove lasciarle, pompe e strumenti di riparazione sono oggetti sconosciuti, la segnaletica è carente.

Ora che a Berlino i ciclisti hanno superato gli automobilisti, si spera che la Provincia di Trento completi la rete delle ciclabili, soprattutto congiungendo i pezzi oggi staccati e migliorando decisamente il servizio trasporto delle due ruote su treni e bus. È vero che il ciclista, di norma, è turista di passaggio che spende poco e scappa via; ma benedetti i pedalanti che non ci portano gas di scarico ma sudore ciclico.

Per convincerli a stare un po’ più a lungo in Trentino andrebbero anche meglio indirizzati alle bellezze cicloraggiungibili. E invece sulla ciclabile dell’asta dell’Adige la segnaletica è quasi totalmente avulsa dai centri storici che sfiora. Non è detto che i pedalatori pensino solo a rapporti pedivelle e pendenze. Tra loro si annoverano probabilmente amanti dell’arte sacra, lettori di libri antichi, cultori degli strangolapreti tradizionali, esploratori di tracce conciliari, esegeti di Depero e appassionati di De Gasperi: dalla ciclabile dobbiamo dirottarli a città felici di accogliere le bici, ecosostenibili, totalmente pedalabili, cicloriciclabili.

comments powered by Disqus