Europa, minoranze e libertà di stampa

di Pierangelo Giovanetti

Libertà di stampa, tutela delle minoranze, apertura all’Europa che unisce nel nome della pace, della collaborazione, della crescita: sono queste le tre linee guida indicate ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Trentino Alto Adige e all’Italia intera, durante la sua visita a Merano per i 130 anni del gruppo Athesia.
Tre cardini della libertà e della democrazia del nostro Paese in un’epoca in cui la libera stampa e i giornali sono sotto attacco quotidiano in maniera volgare, anche da parte di esponenti di spicco del governo e dei partiti, con offese minacce e uso manipolatorio e violento dei social network.

La libertà di stampa è il fondamento della libertà di pensiero e di coscienza, e ha il suo radicamento nella Costituzione italiana all’articolo 21. Non c’è democrazia e libertà per i cittadini senza libera stampa, senza che vi siano giornali che in maniera plurale sappiano essere contropotere a chi è al potere, senza giornalisti professionisti che pongano domande, anche scomode, a chi è al governo. È questo che fa la differenza fra un regime autoritario e una società aperta, tra un populismo ingannatore e una «res publica» informata e partecipata.

La seconda stella polare indicata dal Capo dello Stato è la tutela delle minoranze, di tutte le minoranze: culturali, etniche, linguistiche, di pensiero, di credo religioso. Non solo, come ha sottolineato il presidente Mattarella, è un diritto delle minoranze quello di esprimere in pienezza la propria specificità e diversità culturale, caposaldo riconosciuto dalla Costituzione italiana all’articolo 6.
Proclamare, affermare e promuovere concretamente la tutela delle minoranze e la loro cultura è interesse generale della Repubblica.

È l’Italia intera che trae linfa, forza, vigore e ricchezza culturale dalla diversità delle varie identità. Anzi, la libertà di manifestare il proprio pensiero e di poterlo esprimere nella propria lingua nativa e nella propria cultura sono il segno della vitalità e della forza della democrazia italiana.

Infine, la strada maestra dell’Europa, indicata come garanzia di pace, sviluppo, crescita dell’intera collettività italiana. Di fronte alle minacce di sventura di quanti lavorano non per cambiare e migliorare l’Europa, ma per disintegrarla, per ricreare le divisioni sovraniste fra le nazioni causa delle due spaventose tragedie del ventesimo secolo, il Capo dello Stato ha ribadito con chiarezza e passione civica che vi è una sola grande prospettiva di benessere davanti a noi: l’integrazione nell’Unione europea.

Proprio in una terra plurale come il Trentino Alto Adige, dove la convivenza pacifica di lingue e di etnie diverse costituisce un modello per il mondo intero, l’Europa rappresenta il futuro comune di terre e popoli diversi, che vivono la loro specificità e la loro identità dentro un’unione che supera le divisioni forzose del passato, talvolta innaturali come ha sottolineato Mattarella.

Non è un caso se, proprio dalla nostra regione, il Presidente della Repubblica ha segnato la rotta per l’Italia, di fronte ai prossimi importanti mesi che porteranno a maggio alle elezioni europee. Solo l’Europa unita può far stare assieme pacificamente tutti i popoli del continente, ciascuno con la propria identità - come ha ripetuto il Capo dello Stato -, la propria cultura e il proprio carattere, ma tutti accomunati dalla stessa prospettiva di pace, collaborazione e crescita.
È questo il messaggio più forte e più alto che è venuto dalla festa di ieri di Merano per i 130 anni di Athesia, gruppo - ha sottolineato il Capo dello Stato - che spazia dal Nord della Germania alla Sicilia, proiettato in una dimensione europea e di comune integrazione.

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