Lo scontro sulla riabilitazione di Lutero

Lo scontro sulla riabilitazione di Lutero

di Luigi Sandri

A vent’anni dall’accordo cattolico-luterano sulla dottrina della giustificazione (come Dio salva, in Cristo, la creatura umana) - il tema che nel Cinquecento aveva contrapposto Roma e la Riforma protestante - si può costatare che esso ha innescato nel papato forti elementi innovativi.

Elementi innovativi che però sono detestati da minoranze cattoliche che accusano di “eresia” Francesco.
L’accordo fu firmato il 31 ottobre 1999, ad Augsburg, la città tedesca ove nel 1530 fu redatta la “Confessione augustana” che fissava i princìpi dottrinali proposti da Martin Lutero. Questi era ancora monaco, quando il 31 ottobre 1517 aveva lanciato le 95 tesi che, partendo dalla critica delle indulgenze, sfidavano il potere papale; al che Roma risponderà tre decenni dopo con il Concilio di Trento. Il Riformatore aveva definito “Anticristo” Leone X, e quel papa lo aveva scomunicato.
Poi, per un secolo, aspre “guerre di religione” divisero cattolici e luterani, insanguinando l’Europa. Il muro tra le due Parti iniziò a sbriciolarsi solamente con il Vaticano II (1962-65): e nel post-Concilio una commissione cattolico-luterana riprenderà, senza polemiche, a riflettere sui punti più critici del loro dissenso, e quindi anche sulla giustificazione. Dopo molti studi e incontri, finalmente sul tema-chiave vent’anni fa l’accordo arrivò.

«Su punti decisivi» della dottrina della giustificazione - esso proclamava - identica, seppur detta con parole diverse, era la fede; su alcuni aspetti minori permanevano differenze. Perciò, concludeva il testo del 1999: «Oggi» i luterani considerano «non più vigenti» le contumelie di Lutero contro il papato e, i cattolici, non più applicabili a loro le scomuniche del Tridentino. Parole importanti, per chi sappia quanto dolore provocarono conflitti avviati in nome di Dio.
I papi Wojtyla e Ratzinger non trassero significative conseguenze da quel consenso. Ma quando Francesco il 31 ottobre 2016 andò a Lund - città svedese ove la Federazione luterana mondiale apriva il Giubileo dei cinquecento anni dall’inizio della Riforma - firmò questa dichiarazione comune: «Siamo profondamente grati per i doni spirituali e teologici ricevuti attraverso la Riforma», pur deplorando «il fatto che luterani e cattolici hanno ferito l’unità visibile della Chiesa», e per questi errori chiedendo perdono. Inoltre a Lund si ammise che rimanevano insoluti nodi ecclesiologici (come la comprensione del papato alla luce del Vangelo).

L’evento di Lund ha indispettito gruppetti cattolici che non sanno vivere senza “nemici teologici”; e, proprio quest’anno, hanno accusato Bergoglio di “eresia” per aver “riabilitato” Lutero; il quale, certo, fece degli errori, come quando nella guerra dei contadini si alleò con i potenti; ma non ne fece Leone X? Comunque, per certi integralisti il Riformatore rimane sempre un “demonio”, pieno di ombre e senza nessuna luce. E così si attirano da lui un anatema che forse oggi non ripeterebbe, però, contro il papa regnante: «Sono tutti buoni cristiani quelli che sono cattivi romani».

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