I "senza mascherina" e Renzi, gli spavaldi

I "senza mascherina" e Renzi, gli spavaldi

di Sandra Tafner

«Ma lei gira senza mascherina?» - Sì - «Perché?» - Perché penso che non serva a niente -. E la ragazza si allontana con aria spavalda.

Sulla strada un uomo senza mascherina guarda con l’aria di prenderti in giro e quando ti incrocia si mette a fischiettare. Delle restrizioni non gliene importa nulla.

Sono i bulli del coronavirus, si sentono più forti e più importanti. Sono espressione di una minoranza, chissà, quella che la pandemia chi se ne frega, sappiamo noi quel che bisogna fare; quella che non è stata sfiorata dalla riflessione per uscire migliore da questa brutta esperienza, perché ritiene di essere già migliore. Ma tutto questo in nome della libertà? Di poter fare quel che si vuole sempre e comunque? Diceva Martin Luther King: la mia libertà finisce dove comincia la vostra.

Fiato sprecato. Del resto esistono anche persone che magari hanno rivestito ruoli di primo piano, che hanno avuto in mano le leve del potere e che se anche adesso non le hanno più continuano a sostenere di avere sempre ragione, a dire che gli altri sbagliano, a pensare che la competenza e la preparazione sono soltanto un optional. Il presidente Mattarella, il primo maggio, ha parlato della prudenza, necessaria in tempi come questi soprattutto da parte di chi deve prendere decisioni. Per il dizionario la prudenza è la consapevolezza degli eventi negativi che possono accadere e nell’adozione di un comportamento che li prevenga o ne limiti la portata. Per la religione cristiana la prudenza è la prima delle virtù cardinali, praticamente la guida di tutte le virtù, la guida che fa vivere rettamente sapendo discernere il bene dal male. Dovrebbe saperlo chi ha confidenza col rosario.

È un periodo molto delicato quello che oggi ha inizio con la fase 2 e l’uso della prudenza dovrebbe essere il primo proponimento di tutti, per il bene proprio e degli altri. Anche la fiducia è importante. Come dice Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, noi dobbiamo continuare a fidarci dei cittadini. E loro di noi.
Eppure quante volte si sentono ripetere critiche al governo che si affida ai suggerimenti degli scienziati, dei virologi, degli epidemiologi. Ma invece a chi mai dovrebbe affidarsi? Apriamo tutto, ripartiamo, viva la libertà. E viva l’incompetenza elevata a virtù.
Prima facciamo uscire gli italiani di casa, poi vediamo se uscire noi dalla maggioranza, minaccia Matteo Renzi che scalpita dando l’idea - ma soltanto l’idea, ovviamente - che più della prudenza gli importino le manovre per tornare a contare esorcizzando così la scarsa esuberanza dei sondaggi.

Della prudenza in questi giorni ha parlato anche il papa, quando certi vertici della Cei avevano alzato la voce reclamando l’apertura della chiese perché vi si possano celebrare le messe alla presenza dei fedeli. Richiesta legittima, ma preferibilmente con giudizio nella sostanza e nella forma: «Preghiamo il Signore perché dia al suo popolo - incita Francesco - la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni».

È una sfida che tocca tutti noi quella che parte oggi, affinchè non siano resi vani tutti i sacrifici fatti sino a oggi dalla maggior parte dei cittadini. Affinchè si possa tornare a lavorare, a rimediare ai danni subìti, a vivere senza sospetti e paure, a guardare al futuro. A vivere in libertà. Senza dimenticare che questo significa vivere con correttezza di comportamento e senso di responsabilità. E bene fa il dott. Peterlongo, medico radiologo, a scrivere al nostro giornale: un po’ di altruismo non guasterebbe e ci aiuterebbe a sconfiggere più rapidamente il nemico invisibile.

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