L'estate se ne va e ci lascia un sapore amaro

L'estate se ne va e ci lascia un sapore amaro

di Sandra Tafner

Agosto è agli sgoccioli e se ne va portandosi via la spensieratezza con un retrogusto amaro. Più amaro del solito. Perché basta raccogliere qualche notizia di cronaca per capire che non può funzionare così, troppa cronaca nera, troppi insulti, troppe ingiustizie.

Al mare, sulla spiaggia in un giorno di sole, c’è un ragazzo che dà improvvisamente una spallata a Fabien, 13 anni, pelle nera. Negro di merda, lo attacca, torna a casa tua, questo Paese è nostro, peccato che non sei affogato con gli altri. Fabien ha una mamma italiana che si chiama Gabriella ed è la fondatrice dell’associazione «Mamme per la pelle».

Gli atti di razzismo in Italia sono aumentati, gli episodi di violenza si moltiplicano. C’ è un clima di rifiuto e di intolleranza, anche se contestualmente aumenta chi nega l’evidenza. Razzismo? ma quando mai. E intanto si diffondono atteggiamenti rabbiosi. Pare che essere di pelle bianca dia il diritto di cacciare i diversi quasi che questo colore sia diventato un merito. Nessun razzista (o non si deve chiamarlo così?) che pensi mai di potersi trovare un giorno dalla parte opposta, dalla parte di chi subisce. Impossibile stabilire un dialogo, troppo faticoso ragionare, meglio usare le mani piuttosto che la parola. Del resto chi è fuori da questo insopportabile coro come minimo viene considerato di sinistra e come tale accusato e trattato da avversario non soltanto sul piano politico, ma anche semplicemente sul piano umano. È successo recentemente ad alcuni insegnanti definiti con tono spregiativo di sinistra, contro i quali ha puntato il dito la sindaco di Monfalcone. Questi docenti, secondo lei, con le loro ideologie avvelenano i giovani facendo propaganda rossa in classe e osteggiando le scelte democratiche che gli italiani stanno manifestando verso gli amministratori della Lega.

La sindaco è leghista. Osservazioni pesanti e non si capisce perché le faccia il primo cittadino e non, semmai, il soprintendente scolastico. Sono molte le risposte risentite a commento di queste parole, per lo più di insegnanti che rifiutano di essere classificati negativamente per il solo fatto di essere di sinistra. Scrive il professor Piredda, che è di Monfalcone e di sinistra: se uno studente mi chiedesse per esempio che cosa penso dei migranti che attraversano il canale di Sicilia e che cosa sia giusto fare, risponderei che è giusto salvare le loro vite. E’ la legge del mare. Così come se dicesse per esempio che i partigiani erano gente che uccideva civili inermi e che sparavano alle spalle dei militari regolari, ricorderei che la nostra Costituzione repubblicana è nata dalla Resistenza, non certo dal fascismo.

Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra, cantava Giorgio Gaber. E faceva un elenco lunghissimo, cominciando così: una bella minestrina è di destra, il minestrone è di sinistra. E continuando: tutto il vecchio moralismo è di sinistra, la mancanza di morale è a destra/ anche il Papa ultimamente è un po’ a sinistra, è il demonio che ora è andato a destra. La canzone è stata pubblicata nel 1994 nell’album dal vivo dal titolo «E pensare che c’era il pensiero». Venticinque anni fa, come dire che la corsa parte da lontano. Oggi la gran parte della gente - a partire dagli uomini di governo - proclama che destra e sinistra non esistono più. Ma quelli che la pensano in un modo e quelli che la pensano nel modo opposto come possiamo definirli, allora? E quelli che manifestano atteggiamenti razzisti e quelli che non disdegnano comportamenti di stampo fascista, da che parte stanno? Se uno parla di democrazia, di diritti civili, di uguaglianza, di libertà, di solidarietà, è di destra o di sinistra? In che categoria andrebbe iscritto?

Categoria, non ideologia, perché il termine pare sia stato messo al bando definitivamente, scotta soltanto a pronunciarlo e ciascuno se ne dissocia come può. Messner, tanto per citare un personaggio noto e politicamente impegnato, sostiene - come scrive Maurizio Bono - che le sue avventure sugli Ottomila sono l’unica cosa che lo protegge dalle ideologie, dalla tecnologia e dalla magia. Finora però sembra che l’aver abolito il termine non ne abbia abolito anche la sostanza.

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