Pochi nati in provincia: passato e futuro

Pochi nati in provincia: passato e futuro

Dino Pedrotti

«Sempre più culle vuote», titola l’Adige del 2 gennaio. E si legge che nell’anno 2015 sono nati 4533 neonati, più di 500 in meno (-10%) rispetto al 5102 di cinque anni fa. In Trentino prima del 1930 nascevano più di 10.000 nati e circa 8.000 alla fine degli anni ’30; 6.800 nel 1945 a fine guerra e ben 9.270 nel 1946! Negli anni ’50-’60 nascevano sui 7.000 neonati, con un massimo di 7.762 nel 1964 (baby-boom). Da quell’anno (intanto era arrivata la pillola anticoncezionale…) c’è stato un continuo calo fino ad un minimo di 4.082 nati nel 1986. Da quell’anno i nati trentini sono cresciuti fino ai 5102 del 2010.

I 4082 nati del 1986, con una popolazione del Trentino sui 450.000 abitanti, corrispondevano ad un tasso di natalità di 8,9 neonati ogni 1000 abitanti); i nostri 4.500 nati, con una popolazione di 540.000 abitanti, corrispondono appena a 8,3 nati per 1000 abitanti. Possiamo quindi dire che abbiamo raggiunto il più basso numero di nati in rapporto alla popolazione.

Il Trentino, subito dopo l’Alto Adige, presenta il tasso di fecondità di 1,4 figli per donna, il più alto d’Italia; ma tutti capiscono che se da 1000 uomini e donne trentini nascono 750 bambini, in due generazioni si dimezza la popolazione. E tra qualche decennio i pochi neonati di oggi dovranno lavorare per tanti vecchietti pensionati. L’argomento pare che interessi molto, molto poco. Più che da un figlio, il bisogno di affettività di molti giovani è soddisfatto oggi da un cane al guinzaglio (lo si può sempre cambiare, un figlio no…).

comments powered by Disqus