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A cosa sono allergico, alla betulla o alla mela?

I pazienti che soffrono di allergia ai pollini, oltre a raffreddore e congiuntivite, possono avvertire anche prurito, bruciore alla bocca o sintomi più rilevanti quando consumano determinati cibi

di Fabio Diana

A volte, le allergie ai pollini determinano reazioni verso determinati alimenti. I pazienti che soffrono di allergia ai pollini, oltre a raffreddore e congiuntivite, possono avvertire anche prurito, bruciore alla bocca o sintomi più rilevanti quando consumano determinati cibi. Ad esempio, una reazione alla mela può dipendere da una reattività crociata in pazienti allergici alla betulla. Si parla in questo caso di Sindrome Orale Allergica (Soa).

Cosa è la Sindrome orale allergica?

La sindrome orale allergica è una reazione che, in soggetti allergici ai pollini, si può verificare dopo aver mangiato alcuni alimenti (frutta fresca, verdura, frutta con guscio, cereali). Il termine orale evidenzia come i sintomi si manifestino prevalentemente a livello della bocca. Questo si verifica perché questi alimenti contengono delle proteine con una struttura simile a quella di altre proteine presenti in certi tipi di polline. Quindi, quando il cibo interessato entra a contatto con la mucosa della bocca origina una reazione infiammatoria che determina i sintomi della Soa. È una sindrome molto diffusa. Solo tra gli allergici alla betulla circa 3 persone su 4 manifestano reazioni mangiando mela, sedano o carote crude. Da qui si capisce come questo sia un problema che interessi un alto numero di persone.

Che sintomi può dare?

È chiaramente importante distinguere tra questa problematica e una vera reazione allergica a un alimento in quanto, mentre la Soa raramente determina sintomi pericolosi, una reazione allergica vera e propria determina sicuramente conseguenze più gravi. Nella sindrome orale allergica i sintomi insorgono rapidamente, pochi minuti dopo l’assunzione dell’alimento. Formicolio o prurito a labbra, bocca, lingua e gola, gonfiore delle labbra e del viso, prurito al naso e agli occhi, orticaria, respiro sibilante. Possono insorgere anche altri sintomi che interessano l’intestino, quando l’allergene non viene distrutto dagli acidi gastrici, determinando nausea e vomito, dolori e crampi intestinali, gonfiore e diarrea. In una piccola percentuale di casi può portare allo shock anafilattico che richiede un trattamento di emergenza. La sintomatologia è più intensa durante il periodo in cui il polline responsabile è presente nell’aria.

Quali sono gli abbinamenti allergici più frequenti?

Vi sono associazioni polline-alimenti più frequenti, come quelle che riguardano la betulla e cibi come mela, pesca, ciliegia, albicocca, mandorla, carota, finocchio, sedano, arachide, nocciole ed altri. Ma anche le graminacee con frumento, melone, pomodori, agrumi e altro. Altre, meno conosciute, riguardano reazioni a banana, avocado e fichi in chi è allergico al lattice, ma anche la polvere di casa e molti altri pollini (graminacee comprese) possono determinare una reazione verso specifici alimenti.

Accorgimenti alimentari

Nel caso della sindrome orale allergica, le proteine sono particolarmente sensibili al calore, al contrario di quelle responsabili di una vera reazione allergica ai cibi. Questo significa che se i cibi vengono cotti sono solitamente tollerati senza scatenare nessuna reazione allergica. Anche gli enzimi digestivi distruggono questi allergeni durante il passaggio nello stomaco, per questo di solito la reazione si localizza alle prime vie digestive (bocca ed esofago). Si segnala però che circa il 7% di queste reazioni può superare il cavo orale determinando sintomi intestinali più evidenti. Un aspetto è da sottolineare: nei pazienti realmente allergici a frutta o verdura o altri alimenti, le proteine che causano la reazione allergica sono di altro tipo. Molto più stabili e resistenti, non perdono il loro potenziale allergenico nemmeno dopo la cottura.

Come posso fare una diagnosi di Soa?

Fare una diagnosi precisa permette di dare consigli adeguati a chi soffre di sindrome orale allergica, e di stabilire una dieta che riduca i sintomi al minimo. In primo luogo, la caratteristica insorgenza dei sintomi e la contemporanea presenza di allergie ai pollini permettono già di ipotizzare una Soa. Con le indagini di allergologia molecolare è inoltre possibile stabilire anche verso quali componenti del cibo è diretta la reazione allergica e valutarne, il più possibile, la reale pericolosità.

Consigli utili

  1. Evitare i cibi che determinano le reazioni più forti, utilizzandoli solo dopo cottura adeguata;
  2. Fare attenzione, in particolare, ad alcune tipologie di alimenti come bevande o farine di soia, e alla frutta a guscio (nocciole, mandorle, noci, arachidi) in quantità elevata;
  3. Seguire una dieta equilibrata, soprattutto povera di grassi e istamina, può prevenire e mitigare la sindrome orale allergica, oltre a ridurre gli effetti delle allergie respiratorie.

Fabio Diana

Specialista in Medicina interna e Medicina dello sport

www.fabiodiana.it

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