Riflessioni / Nuovo Anno

Donne e uomini di pace

Nel 2021 tante figure e iniziative che ci portano nel Nuovo Anno

di Patrizia Niccolini

"Non si sentivano eroi, erano solo uomini, ma con la u maiuscola". Giuliano Rizzi, presidente di Ipsia del Trentino, definisce così Pierantonio Costa scomparso l'1 gennaio (1939-2021) e Luca Attanasio (1977-2021), ucciso in Congo il 22 febbraio, personalità di altissimo rilievo e di grande umanità, molto importanti nella storia delle "relazioni internazionali" e della cooperazione internazionale nella regione africana dei Grandi Laghi. Ipsia ha assegnato a loro il riconoscimento di "Tessitori di pace 2021", premio ideato nel 2020 dall'associazione di solidarietà internazionale promossa dalle Acli Trentine per dare rilievo a persone che sono testimoni nella promozione della pace per la loro competenza, il loro impegno e la loro vita, sostenuto da Acli Trentine, Forum Trentino per la Pace e Diritti Umani e Ufficio Politiche Giovanili del Comune di Trento. A febbraio 2020, poco prima dell'inizio della pandemia, era arrivato a Trento Staffan de Mistura, diplomatico e alto ufficiale delle Nazioni Unite italiano e svedese, esempio per la sua dedizione persistente nel cercare di trovare mediazione ai gravi conflitti che hanno attraversato fine 900 e inizio 2000, inviato in Iraq, Afghanistan, Siria, e da settembre 2021 inviato personale Onu nel Sahara occidentale. Le nuove personalità meritevoli del premio, evidenzia Rizzi, "sono persone che avevano a cuore l'umanitario e si distinguevano per l'attenzione alle popolazioni". Medaglia d'oro al valor civile, candidato al Nobel per la Pace, Pierantonio Costa era un imprenditore di successo, nominato "Console Onorario" dal Ministero degli affari esteri ruandesi a Kigali, la capitale ruandese, e nel 2011 salvò più di 2000 persone dal genocidio del Ruanda (1994). «Non era un diplomatico, ma aveva "le carte in regola" per esserlo;  era considerato il rappresentante degli Italiani, moltissime persone gli devono la vita». Durante il periodo del genocidio, infatti, si è distinto per il suo incessante tentativo di mettere in salvo persone in tutto il Paese, circa 2000, entrando a più riprese nel territorio ruandese per organizzare convogli di salvataggio nonostante avesse terminato ogni suo compito istituzionale dopo aver portato fuori pericolo gli italiani che al momento risiedevano in Rwanda. «Ha agito con una generosità estrema, usando proprie risorse finanziarie e senza fare distinzione tra etnie: nella sua casa a Kigali la "servitù" hutu e tutsi si protesse a vicenda dalle squadre di interamwe prima (soldati delle forze armate ruandesi, ndr) e dell'esercito poi. Lo incontrai durante un mio viaggio alcuni anni fa, dopo aver conosciuto la sua storia - ricorda Rizzi -, e Fabio Pipinato e la moglie Paola Martinelli, che allora si trovavano in Rwanda come cooperanti internazionali, furono evacuati proprio nei convogli da lui organizzati». Diplomatico dal 2003 presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Premio internazionale Nassiriya per la Pace (2020) "per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli", Luca Attanasio è stato il primo ambasciatore italiano ad essere ucciso nell'adempimento delle sue funzioni, lo scorso 22 febbraio, nell'agguato presso il villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma. L'Alto funzionario era conosciuto nella Repubblica Democratica del Congo per l'attenzione da sempre avuta per le Ong-Organizzazioni Non Governative che operavano nell'area e il 20 dicembre è stato insignito dell'onorificenza di Gran Croce d'Onore dal Presidente Mattarella. "Quando siamo stati in Congo, io e mia moglie Silvia abbiamo percorso la strada in cui subì l'attentato per visitare un progetto di cooperazione internazionale. Attanasio era un diplomatico di professione, ma atipico: la sua attenzione all'umanitario, alle comunità povere, alle Ong e ai missionari che operano nei paesi in via di sviluppo, condivisa con la moglie che ora porta avanti da sola questi ideali, lo rendevano "speciale". Ci piacerebbe riuscire a portare avanti il progetto che era andato a vedere in quella trasferta mortale: la creazione di una sorta di villaggio per le vedove dei rangers che trovano la morte nella difesa di uno dei più importanti parchi a confine tra Congo, Uganda e Rwanda". Come era stato per Staffan de Mistura, premiato sul Colle di Miravalle, alla Fondazione Opera Campana dei Caduti di Rovereto, Ipsia organizzerà a fine febbraio premiazione e incontri aperti alla cittadinanza e alle scuole con le mogli e i famigliari di questi testimoni, affinché "il loro messaggio non venga dimenticato o passi inosservato, soprattutto oggi che percepiamo la tentazione di limitarsi a fare solo quello che è strettamente necessario". Inoltre, alla presenza del regista Alessandro Rocca verrà proiettato il documentario "La lista del console" (Italia-Canada, ˈ52, 2010), tratto dal libro omonimo di cui è coautore insieme a Luciano Scalettari, edito da Paoline nel 2004 con prefazione di padre Alex Zanotelli, che ricostruisce la storia e l'operato di Costa attraverso una serie di interviste con lui, i suoi familiari e alcuni superstiti salvati grazie al loro aiuto. Ogni giorno si può fare qualcosa per seminare pace, come ricorda la mostra "Presepi Contro" dell'artista Muki, alias Wanda Berasi*, ospitata alla Fondazione fino al 6 gennaio, traduzione di un sentimento e condivisione di un messaggio: quello della "pace come istanza suprema del convivere, della giustizia come condizione fondante della sua realizzazione, della solidarietà come regola permanente e pervasiva dello stare insieme, del diritto internazionale come luogo irrinunciabile e cogente di difesa e di risoluzione dei diritti umani e della relazioni tra i popoli, della diplomazia popolare come costruzione quotidiana di ponti culturali, strutturali, economici, sportivi, assistenziali, scolastici". Info: 0464.434412- info@fondazioneoperacampana.it.

*Nata nel 1926 a Trento, Wanda Berasi, studia arte a Roma, allieva poi di Marino Mazzacurati, Renato Guttuso (del quale diventa la musa ispiratrice) e Leoncillo Leonardi. È scomparsa a 95 anni il 7 gennaio 2022, a Faenza, dove risiedeva. Ceramista, scultrice, pittrice, scrittrice e poeta. Negli Anni ’50 si avvicinò al movimento artistico Informale, iniziandp ad esporre sue prime opere. Nel 1955 arrivò a Faenza, dove conobbe quello che poi sarebbe diventato prima il suo mentore nel mondo della ceramica e poi suo marito Domenico Matteucci. 

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