Editoriali / Arte

Come è "Vivere al Grande Hotel di Beira (Mozambico)"

Lo racconta Paolo Ghisu, nato e cresciuto a Trento

di Patrizia Niccolini

"Tra ottobre 2020 e luglio 2021 sono andato regolarmente al Grande Hotel di Beira, uno dei più popolosi e grandi edifici occupati al mondo. Passo dopo passo, alcuni dei circa 4000 abitanti hanno aperto le porte delle loro case e hanno condiviso con me molti momenti della loro vita quotidiana, fatta di costante precarietà, ma anche di grande forza d'animo per migliorare la loro situazione".
 

Dopo essere stato a Milano, esponendo a fine settembre al "Last 20" in occasione della presidenza italiana del G20 (i "last 20" sono i venti paesi più poveri del mondo, e tra di essi il Mozambico, ndr), Paolo Ghisu, nato e cresciuto a Trento, ma con radici sarde, espone nella sua città "Fully Booked", suo primo progetto fotografico, raccontando com'è "Vivere al Grande Hotel di Beira (Mozambico)".
 

Appena inaugurata in collaborazione con Cam-Trentino con il Mozambico e Terre des Hommes Italia, e con il patrocinio del Comune di Trento, la mostra è composta di 32 fotografie e di un video e resterà nella Sala Thun di Torre Mirana, in via Belenzani, 3, fino al 10 gennaio (lunedì e mercoledì 15-18.30, giovedì e sabato 9-12; per visitarla fuori da questi orari, scrivere a paolo.ghisu@gmail.com).

L'esposizione è frutto di un lavoro realizzato nella città di Beira, dove Ghisu ha vissuto tra il 2018 e il 2021 ed è stato rappresentante del Paese e coordinatore dei progetti per il Cam, entrando nell'hotel per documentare le attività educative di Terre des Hommes Italia. "Costruito a metà degli anni Cinquanta quando il Mozambico era una colonia portoghese, chiuse i battenti nel 1963 perché non fu mai redditizio. Oggi è diventato casa per le persone più vulnerabili".
 

Fotografo sociale e umano, con un occhio alla fotografia naturalistica, Ghisu ha immortalato volti - ritratti di madri, i pensieri di "Mr hoodie" raccolti sotto il grande cappuccio di una felpa, la timidezza di una bambina, smentita da occhi che sbucano da una cascata di treccine -, luoghi - privo di acqua, il Grande Hotel ha 116 camere, alcune con piccoli balconi sull'Oceano Indiano, ma la maggior parte degli abitanti vive tra scale e umidi scantinati e i suoi corridoi sono strade e piazze dove i bambini giocano e le persone vendono frutta e verdure -, speranze: diventare un'infermiera, un insegnante e aiutare le loro famiglie è ciò che hanno confidato i ragazzini e le ragazzine del Grande Hotel a Ghisu, pronto a cogliere dietro ogni porta energia, umorismo e determinazione.

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