Salute / Il nodo

Depressione e ansia: parliamone

Tante iniziative per aiutare le persone che vivono un disagio oscuro e spesso nascosto

di Patrizia Niccolini

Se paura, dolore, disagio psichico fossero visibili, cosa vedremmo? Se l'interiorità avesse un corpo e potesse parlare senza timore di esprimere quello che prova per paura di non essere capita e accolta dall'altro con la sua fragilità, ma anche con i suoi punti di forza, cosa succederebbe? Ognuno di noi è già "corpo" dell'anima e l'altro siamo noi, ma spesso prevale la nostra paura nel rapportarci a chi vive un'esperienza dolorosa per ciò che essa può suscitare in noi, e che ci accorgiamo di non essere capaci di gestire: spavento, rabbia, impotenza, rifiuto, vergogna.

Parlare apertamente di disagio, in qualsiasi forma si manifesti, è ancora tabu. Parte dalla volontà di smontare stereotipi e contrastare lo stigma esistente intorno alla salute mentale il progetto avviato nel 2016 dalla psicologa trentina Linda Tovazzi, tradotto in "Ciscandra", romanzo illustrato, stampato nel 2019 tramite una campagna di crowdfunding e presentato il 16 ottobre, per la prima volta a Trento, al Cafè de la Paix con la libreria Due Punti.

L'incontro è stato promosso in occasione della 18a Giornata europea della depressione, dedicata a "La Depressione sotto la pressione del Covid", dall'Associazione Ama-Auto Mutuo Aiuto Trento nell'ambito dei progetti Invito alla Vita e TRA-di-NOI Youngle Trento, in collaborazione con EDA Italia-Associazione italiana sulla depressione, il Servizio salute mentale dell'Azienda sanitaria di Trento e la circoscrizione Centro storico-Piedicastello e si può rivedere su facebook.com/ciscandra.libro. Parlare di disagio mentale scegliendo la forma letteraria, accompagnata da suggestive illustrazioni in bianco e nero, può avvicinare ad una tematica delicata, trascurata, sottovalutata, rivelandosi linguaggio utile per sensibilizzare la cittadinanza.

"Sebbene svariati personaggi, scenari e oggetti siano ispirati ad alcune malattie mentali, l'intento della favola di Ciscandra non è parlare del disagio psichico in senso stretto - spiega Tovazzi -, ma andare al di là delle etichette per parlare del dolore dell'anima, che tutti incontriamo nel nostro cammino, e ridare dignità alla tristezza e al dolore per essere liberi di dire quello che proviamo. Mi ha ispirato la storia di un'amica che andava dallo psicologo di nascosto perché i genitori non credevano all'esistenza delle malattie mentali. Le persone hanno paura, invece chi prova dolore e ne parla mostra forza e pazienza nell'affrontarlo". Il dolore fisico è accettato, quello mentale viene minimizzato o non creduto perché non è visibile. Poterne parlare senza vergogna è invece ancora più importante e necessario perché la pandemia ha reso tutti più fragili ed esposti a situazioni inedite e faticose, e la psichiatra Wilma Di Napoli, responsabile del Servizio di salute mentale dell'Azienda sanitaria di Trento, coordinatrice del progetto di prevenzione del suicidio "Invito alla vita", vice-presidente EDA Italia e referente EDA per il Trentino, ha evidenziato quando la pandemia abbia contribuito all'aumento dei disturbi dell'umore: "Le proiezioni per il 2030 vedono l'ansia scavalcata dalla depressione come maggior disturbo invalidante. Oltre alla paura del virus e ai problemi economici, le comunicazioni discordanti sulle cure hanno creato un clima teso e c'è un disagio maggiore nella fascia nell'età evolutiva: non siamo usciti dalla pandemia, ma le cure per le malattie mentali esistono. Anche la relazione, la condivisione e la fiducia sono una cura".

Occorre dunque ancora maggior attenzione a livello preventivo, creando occasioni per provare a dare sollievo anche attraverso "luoghi letterari" e fisici, come incontrarsi nel cortile di un Caffè alla presentazione di un libro o avere la possibilità di andare ad uno sportello di ascolto. Serena Naim e Silvia Franceschini, rispettivamente consigliera e presidente della Commissione Politiche Sociali della circoscrizione Centro storico-Piedicastello, sono intervenute per parlare del progetto "Psicologo di quartiere", mirante all'istituzione di uno sportello diffuso su tutto il territorio comunale e di una figura professionale più facilmente avvicinabile, che garantisca un ascolto competente e sia tramite fra i cittadini e i servizi esistenti, aiutando la persona a capire meglio i suoi bisogni e a saperli riconoscere, svolgendo poi una funzione di orientamento.

"Lo sviluppo di sintomatologie depressive e ansiogene, lo scatenarsi di disturbi del comportamento alimentare, l'intensificarsi di sensazioni di isolamento e solitudine e l'attuazione di comportamenti antisociali o di autolesionismo - scrive la Circoscrizione - sono alcune delle gravi conseguenze causate dallo sconvolgimento degli stili di vita in periodo pandemico, assieme alla perdita di abitudini personali e sociali quotidiane, della stabilità in ambito occupazionale, cosi come di pianificare il futuro". Alla base della proposta, in collaborazione con la circoscrizione Argentario e approvata all'unanimità, la volontà di creare dunque un servizio che assicuri una vicinanza nuova alle persone.

Il Comune ha accolto la richiesta e l'invito a garantire con lo sportello il monitoraggio della situazione sul territorio, ora si tratta di individuare modalità e luoghi per attivare una rete di protezione che attui la "cura di prossimità" insieme a quanto offerto da Ama Trento: numero verde gratuito e anonimo 800-061650 tutti i giorni, dalle 7 del mattino all'una di notte, chat anonima per i giovani (tra-di-noi.com), gruppi per persone che hanno perso una persona cara per suicidio o per Covid. Info: 0461.239640 - info@automutuoaiuto.it.

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