Non si voterà solo per le comunali

Non si voterà solo per le comunali

di Alberto Faustini

Sono elezioni comunali, ma potrebbero anche essere una resa dei conti: in Italia gli appuntamenti elettorali sono infatti conflitti epocali. Nell’urna, non a caso, saltano quasi sempre segreterie e assetti di partiti e movimenti. Accade a Trento, dove un esito di un certo tipo potrebbe mettere in discussione più di un equilibrio in Provincia. Se dovesse trionfare il centrosinistra, il vicepresidente Tonina, il cui partitino s’è sfilato dal centrodestra per provare una corsa solitaria, potrebbe avere vita (politica) molto breve.

La sua uscita consentirebbe fra l’altro al governatore Fugatti di regolare qualche conticino, andando a un duello con l’assessore e segretario della Lega Bisesti e sistemando altri pezzi del mosaico. Anche Cia non sostiene il candidato del centrodestra a Trento e una sua “spintanea” uscita dalla giunta regionale permetterebbe di spostare il sempre più contestato Kaswalder dalla presidenza del consiglio provinciale alla giunta regionale, avviando un rimpasto degno della Prima Repubblica.

C’è infatti chi già vede la Ambrosi (o Paccher) in giunta provinciale e Tonina alla guida del Consiglio provinciale o di quello regionale (se Paccher si dovesse spostare in una delle due giunte o a Palazzo Trentini).

La vittoria del centrodestra, di cui Salvini già sente il profumo, rafforzerebbe invece a dir poco Bisesti, congelerebbe Fugatti (che formalmente sarebbe comunque uno dei vincitori della singolar tenzone) e rimescolerebbe le carte all’interno di un centrodestra che potrebbe ricompattarsi e rafforzarsi in un eventuale ballottaggio.

Fantapolitica? Fra pochi giorni lo sapremo.
Aria di conti da regolare anche a Bolzano, dove la bilancia, pendendo un po’ più a sinistra, potrebbe far crescere le frecce nella faretra del Landeshauptmann Kompatscher, da sempre più vicino al centrosinistra che al centrodestra (col quale peraltro governa agilmente in Provincia). Un clamoroso exploit del centrodestra, a Bolzano, rafforzerebbe invece l’Obmann Achammer - che non ha mai nascosto di voler sostituire Arno - spostando più di un equilibrio in giunta e all’interno di una SVP che sembra sempre più strabica, considerato che avanza unita, guardando però in direzioni assai diverse fra loro, per non dire opposte. La fantapolitica, in questo caso, assegna un ruolo fondamentale anche a “Durnwalderino”: il nipote di Luis sarebbe infatti pronto a lasciare il seggio romano in qualsiasi momento per proporsi alle prossime provinciali come futuro presidente altoatesino. Ma Kompatscher lascerà davvero dopo due giri di giostra, come aveva annunciato prima di salirci, sulla giostra? Lecito dubitarne.

Ma ovviamente le comunali (e le regionali che terranno banco in molti pezzi d’Italia) saranno un banco di prova anche per il governo Conte.
C’è aria di rimpasto (se il Pd dovesse andar bene), ma anche di crisi (se il centrodestra dovesse volare). Il presidente Mattarella non ha mai fatto mistero di considerare questo l’ultimo governo possibile. Qualche aggiustamento in corsa lo farebbe passare; tutto il resto... passerebbe invece per un ritorno al voto.

Ritorno che per svariate ragioni non piace a nessuno. È meglio gridare che contarsi davvero, in questa fase. Anche perché il praticamente certo trionfo del sì al referendum sul taglio dei parlamentari, rende incerto il futuro di molti degli inquilini del Palazzo. Se poi si aggiunge l’incubo Covid, si coglie con chiarezza ancora maggiore quanto queste elezioni possano già togliere il sonno a molti.

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