Concilio & Orlando Blunt: un debutto sonoro irredentista nell'album "1916"

di Fabio De Santi

Definiscono la loro musica "irredentista" e dedicano il titolo del primo album, "1916", a Cesare Battisti. Loro sono Concilio (Pietro Faustini) & Orlando Blunt (Tommaso Ropelato) entrambi di Trento ed entrambi classe 1998. Una collaborazione quella fra i due musicisti nata otto anni fa sui banchi del Liceo Classico Giovanni Prati con la band dei Dystopia che suonava un crossover rap- metal influenzato da gruppi come Rage Against The Machine e Limp Bizkit. Ora Concilio e Orlando Blunt si sono gettati nelle spire di un rap grintoso e ricco di contaminazioni che da, come suo primo frutto concreto, l'album "1916". Dal 2017 ad oggi la collaborazione fra i due ha portato alla creazione di trenta canzoni fra le quali sono state scelte quelle che fanno parte della tracklist.

<Abbiamo smussato e sgrezzato i campioni e le basi – raccontano Pietro e Tommaso – anche con l’aiuto di Francesco Failo aka “Burger”, producer di Baselga del Bondone, e Alessandro Battisti, nostro tecnico del suono>. I due tengono a dire che non si tratta di un concept album, perché sono state le tracce a suggerire loro il titolo e il concetto, non il contrario. < Il titolo si lega al nostro primo live dello scorso novembre per Suoni Universitari al Teatro Sanbapolis: in quell'occasione avevamo definito la nostra musica “irridentista”>. Da qui  “1916” perché in quell’anno muore Cesare Battisti (proprio lui è protagonista della foto copertina) e la loro suggestione è chiara: <Il nostro progetto, in un parallelo che troviamo affascinante, è espressione di una piccola realtà (come era un tempo il Trentino) che vuole la sua indipendenza rispetto “all’impero Austro-Ungarico” della musica, ovvero dal mercato di oggi e specie da quel rap che da mezzo di comunicazione anche ribelle o comunque di espressione molto sentita si è trasformato in moda>. Due veri e propri irredentisti musicali quindi per dire che : <Il nostro album è fatto prima per piacere a noi, senza compromessi o scorciatoie, prendendo decisioni sulla base dei nostri gusti senza pensare a una sua fruizione. Questo ci piace della musica: comunicare il nostro essere nella speranza che siano pensieri, parole e sentimenti che anche altre persone possano fare propri>.

Ma nei testi non c’ è nessuna vena polemica e, curiosamente, nessun riferimento reale a Battisti: <Inevitabilmente il suo nome ci porta ad una questione di orgoglio trentino, anche se la territorialità non è certo la nostra prima preoccupazione. Però di certo il cd , dalla produzione alle featuring è al 100% “stile Trentino fatto a mano”>. Ascoltando le tracce di "1916" ci si diverte perchè i due passano dal funk, al jazz, al sax suonato da Marco Porcelluzzi, a campioni estrapolati da cartoni animati giapponesi o da una canzone di Zucchero. Ma fra i riferimenti anche un brano dei grandissimi Pixies, “Where is my mind”, e una cover di Stefano Word “Un'altra faccia della costa”. Alla realizzazione del disco hanno collaborato alcuni rapper trentini come Jupin (Paolo Mazzucotelli), Antrace (Nicolò Cont) e Blasto (Alessandro Biasioni).

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