Il tempo non manca: è il periodo giusto per buttarsi anche su un "mattone"

Il  tempo non manca: è il periodo giusto  per buttarsi anche su un "mattone"

di Leonardo Pontalti

Torna con una ospite inedita, Selfie di carta: una lettrice che ha deciso di dedicare un blog alla sua passione. Nella vita, Antonella Beozzo è  receptionist in un hotel del Bondone, anche lei in queste settimane è inevitabilmente a casa. «Ne sto approfittando per dedicarmi a quei libri un pochino più impegnativi che solitamente si lasciano ad aspettare sullo scaffale».

Antonella sta leggendo “Cime abissali” di Aleksandr Zinov’ev (Adelphi, 977 pagine): «Mi era stato regalato qualche tempo fa, ma non avevo ancora avuto il tempo e il coraggio di affrontarlo, vista anche la sua mole». E' la stessa Antonella ad ammetterlo: un libro che è un po' un "mattone", il classico testo “importante”, che intimorisce. Che non è scontato decidere di affrontare, ma che spesso affascina proprio per queste sue caratteristiche... ostiche.

Anche a te chiediamo innanzitutto dove leggi, quando sei a casa.
«Leggo un po’ dappertutto, ma principalmente sul divano».

A che punto sei e perché hai scelto “Cime abissali”?
«Ne ho letto circa un terzo. L’ho scelto perché in questo periodo ho molto più tempo libero e libri di questo spessore, che possiamo far rientrare nella categoria dei “mattoni russi” che mi piacciono tantissimo, ne richiedono molto. Si tratta di un’opera della quale si è subito iniziato a parlare in Occidente, fin dalla sua prima pubblicazione nel 1977 in Svizzera, e per la quale l’autore fu esiliato - riuscì a rientrare in Russia soltanto nel 1990. E’ un libro che “non solo obbliga a rimettere in questione tutto ciò che appartiene alla realtà sovietica, ma ci pone domande stringenti su tutto il culto della società che, in altre forme, è però un carattere dominante anche del mondo occidentale”, come è ben spiegato sulla quarta di copertina. Con sottili giochi di parole, labirinti linguistici e satira l’autore ha saputo costruire un libro incredibile e coinvolgente come pochi altri».

Regalaci un passo che ti ha colpito particolarmente.
«“Non pubblicare? Certo, per un po’ di tempo è possibile scrivere senza pubblicare. Per il cassetto. O per il cestino della cartaccia. Ma un uomo non può portare a lungo la sua strada con sé. Egli deve lasciarla alle sue spalle. Oppure, non deve fare nulla. Oppure, fare come fanno tutti”».

Il prossimo libro che leggerai?
«Credo che Cime abissali mi terrà compagnia ancora per qualche giorno. Solitamente mi affido all’istinto del momento per scegliere. Sullo scaffale in attesa ci sono però Guerra e Pace di Tolstoj, un paio di racconti brevi di Cechov, un romanzo di D’Avenia e Sapiens di Harari».

E voi? Che vi stiate accompagnando a un “mattone”, a testi leggeri, a mostri sacri o frivolezze non conta: mandate schede e selfie a libri@ladige.it

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