Spazio ad un classico di strategia con l'auspicio di vincere questa "guerra"

Spazio ad un classico di strategia  con l'auspicio di vincere questa "guerra"

di Leonardo Pontalti

 

In molti in queste tristi giornate stanno sottolineando, non senza qualche ragione, che quella che stiamo combattendo - o meglio, che i tanti medici, infermieri e tutte le persone che a qualsiasi titolo sono in campo contro l’epidemia - sia una vera e propria guerra. Contro un nemico che non ha truppe, mezzi corazzati, ma ci sta comunque costantemente colpendo.

Proprio in questi giorni l’ospite di Selfie di carta di oggi sta leggendo “L’arte della guerra” di Sun Tzu (Oscar Mondadori, 2003, 222 pagine) Dopo una bibliotecaria in servizio come Roberta Signorini, che ci ha accompagnato ieri, oggi il racconto della lettura del momento arriva da un altro bibliotecario. Ex, per la precisione, anche se come in molti altri mestieri, la professione ti resta addosso anche dopo aver raggiunto la pensione: Gianko Nardelli, per anni appassionato custode delle ricchezze letterarie della biblioteca dell’Argentario e tutt’ora tra le anime del punto di prestito di Montevaccino.

Partiamo anche con te, Gianko, dalle “coordinate” delle tue letture: dove leggi?
«In questi giorni, rigorosamente a casa».

A che punto sei con questo classico?
«Sono a pagina 42, ma giace sul comodino da un bel po’ di tempo perché è un libro “tosto” la cui lettura va centellinata perché i concetti espressi sono complessi e profondi».

Perché l’hai scelto?
«L’ho scelto perché consigliatomi da una persona che aveva partecipato ad un percorso di consapevolezza, ma che avevo già adocchiato fra i tanti libri “da attenzionare” già quando lavoravo in biblioteca, prima di andare in pensione.
Mi intriga non tanto conoscere le strategie belliche, di cui ampliamente parla questo saggio, quanto più il fatto di essere consci non solo di conoscere l’altro, ma prima di tutto avere coscienza di sé. Anche se il titolo può trarre in inganno, penso ci siano spunti interessanti per imparare ad affrontare alcuni tratti della vita con lucida razionalità e conoscenza, “costringendoti” a mettere in campo, tra le altre, armi speciali: umiltà, fiducia, pazienza, giustizia e tenacia. Ritengo che la miglior battaglia si vince senza combattere, semplicemente disarmando l’avversario. L’importante è scegliere in quale formazione militare, sapendo discernere fra il bene ed il male, ricordandoci di rimanere essere umani. Ed anche in ciò sta la sfida».

Raccontaci un po’ del “tuo” libro.
«E’ un trattato militare cinese che risale al VI – V a.C. e che parla, oltre di strategia bellica, di principi filosofici di cui l’Oriente è ricco. Un mix che non è incompatibile, ma che al contrario è arricchente per l’uno e per l’altro. Utilizzato da sempre nella formazione militare degli eserciti di tutto il mondo, da decenni è uno dei testi utilizzati anche dalle scuole di management, ma ne hanno tratto beneficio persino studenti e casalinghe per affrontare in maniera organizzata la vita quotidiana con principi di disciplina ed autodisciplina. In questo periodo, quest’ultima ritengo sia di stretta attualità vista la pandemia di Coronavirus – Covid 19; un nemico invisibile che per essere sconfitto impone scenari, strategie ed alleanze planetarie sinora inedite, ma che possono essere efficaci semplicemente dicendoci di starcene a casa per evitare che il virus si nutra di altre vittime».

 Regalaci un passo che ti ha particolarmente colpito.

«”Ora, la formazione dell’operazione militare è come quella dell’acqua... La vittoria in guerra si consegue adattandosi al nemico…”»

Hai già scelto il prossimo libro, quando finirai “l’arte della guerra” ?
«Sullo scaffale ce ne sono molti altri, ma sicuramente nutrirò il mio spirito con il mio libro preferito, il Vangelo, che pur essendo scritto duemila anni fa è di una attualità sconvolgente ed affascinante».

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