Il conto? Meglio pagarlo prima di mangiare

di Lucio Gardin

Sono uscito a cena l'altra sera e alla fine il cameriere mi ha messo sul tavolo il conto. Come sempre. Il conto alla fine arriva sempre. Beh, non sempre. Ad esempio quando mangio in ristoranti con la finestra del bagno che dà sul retro (preferibilmente al piano terra), spesso riesco a evitarlo. Nessuno ama il conto a fine cena. Il fatto è che i soldi hanno un valore diverso prima e dopo che hai mangiato. Prima, non valgono niente. Dopo, il costo del denaro aumenta in proporzione a quanto mangi. Cioè, quando hai fame, ti siedi al ristorante come se fossi il sovrano di un impero e non te ne frega niente del conto che pagherai. Ordini, e vuoi il massimo nel minor tempo. «Mi porti il primo, il secondo, il terzo, il dolce, il dessert, birra, ma anche vino, e qualsiasi cosa fritta a forma di bastone o di palla. Dev'essere la migliore cena della mia vita!».

Poi, quando hai finito di mangiare e sei bello pieno, non ricordi di essere mai stato affamato in vita tua. Guardi i clienti entrare al ristorante e ti chiedi «Ma perché sta gente entra al ristorante? Io sono così pieno! Come possono avere ancora fame?». Hai mollato il bottone dei pantaloni, hai allentato la cintura, e quello che rimane del tovagliolo di carta l'hai infilato nel purè di patate; per questo non vuoi più vedere cibo per il resto della tua vita. Ecco perché credo che il conto andrebbe portato prima di mangiare.

Avete notato che quando sei appena un po' in forma, tutti vogliono sapere la tua dieta? «Sei così in forma, che cosa mangi?» «Di solito mangio solo cose prive di grassi saturi. Ma se ho fame e c'è qualcosa davanti, mangio quello». L'altra sera dopo lo spettacolo sono rientrato in albergo e lungo il corridoio c'era un vassoio con un rotolo di frittata che non sembrava male. Ho pensato, potrei mangiarlo. Ma mentre lo pensavo, ho immaginato se qualcuno prima di andare a dormire avesse messo fuori il vassoio di proposito: «Dai avveleniamo questo rotolo e poi lo lasciamo in corridoio, nel caso ci sia un comico che rientra in stanza alle due del mattino, potremo ucciderlo». E allora ho preferito non toccarlo. Sono andato in bagno e mi sono mangiato il rotolo della carta igienica.

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