Quelli di Gubert sono privilegi da togliere

Quelli di Gubert sono privilegi da togliere

di Riccardo Fraccaro

Il tema dell'abolizione dei vitalizi è una cartina di tornasole che misura la distanza tra vecchia politica e cittadini. L'intervento dell'ex senatore Renzo Gubert rafforza la necessità di superare al più presto questo istituto iniquo e anacronistico che, evidentemente, induce a smarrire del tutto il contatto con il Paese reale. Oggi chi è stato pochi anni in Parlamento intasca assegni pari in media a 5mila euro mensili, con un rapporto tra contributi versati e somma percepita di 1 a 9. Vi sono ancora casi di deputati e senatori che, per pochi giorni di legislatura o addirittura senza aver mai messo piede in Parlamento, hanno incassato già 500mila euro di vitalizio. Per i cittadini le pensioni minime sono di appena 500 euro. Oltre 11 milioni di italiani, dopo anni di duro lavoro, percepiscono un trattamento pensionistico sotto la soglia di povertà relativa. Eppure, secondo il responsabile trentino dell'Associazione degli ex parlamentari, è doveroso difendere i vitalizi. 

Gubert si dimostra sordo alle istanze di equità sociale che vengono dai cittadini arroccandosi nella difesa di privilegi incompatibili con il sistema di valori democratico e costituzionale. Interviene nel dibattito pubblico non per occuparsi del territorio o dei cittadini, tranne quando critica le donne lavoratrici o l'orientamento sessuale delle insegnanti, ma per opporsi all'istruttoria sull'abolizione dei vitalizi che sto portando avanti come Questore di Montecitorio.
Si spinge al punto di infangare il nome del nostro conterraneo Giuseppe Veronesi, che firmò una lettera di dimissioni quando si introdussero i vitalizi, sostenendo di volerne onorare la memoria presentando ricorso contro la nostra delibera. Sarebbe come voler onorare i padri della nostra autonomia impugnando lo Statuto speciale. 

Lo psicodramma di Gubert va al di là della sua persona e investe la questione morale ancora irrisolta della politica, ma soprattutto segnala l'incapacità di comprendere le basi stesse del diritto parlamentare. Come l'ex parlamentare ha avuto modo di scoprire con il mio intervento, i vitalizi sono stati introdotti con un vertice irrituale dell'Ufficio di Presidenza di Montecitorio che approvò in gran segreto una delibera. Utilizzeremo lo stesso strumento per tagliare gli attuali 2.600 assegni che costano 200 milioni l'anno, con buona pace di Gubert e del suo spirito retrogrado che rende ancora più attuale la dimensione etica di Veronesi.
L'epoca dei privilegi è finita, inizia la Terza Repubblica: la Repubblica dei cittadini.

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