Vecchi e giovani Un Paese diviso

Vecchi e giovaniUn Paese diviso

di Sandra Tafner

Ulderico è di Reggio Emilia, fa il mugnaio e ha festeggiato il suo 90° compleanno lanciandosi col paracadute da quattromila metri.

Janus River è nato in Siberia, ha 80 anni e sta girando il mondo in bicicletta. In 17 anni ha toccato 152 Paesi e nei giorni scorsi è arrivato anche sul lago di Garda. Il suo obiettivo è quello di festeggiare il 91° compleanno a Pechino.
Francesco Volpi, mitico comandante pilota (sono state 236 le sue missioni di guerra), ha festeggiato i 103 anni sorvolando in aereo la città di Trento.

«Non è un paese per vecchi» recitava il titolo del film diretto dai fratelli Coen nel 2007.
«Non è un paese per giovani» recitava il titolo del film diretto da Giovanni Veronesi nel 2017.
Cos'è cambiato in dieci anni? Praticamente tutto in tutti i campi. Quello anagrafico ha fatto passi da gigante. I centenari non costituiscono più un fenomeno, per cui i due titoli non sono in contraddizione ma semplicemente vanno interpretati in maniera diversa, come le due trame suggeriscono. I vecchi, nel senso largo di persone mature, rischiano talvolta di diventare specchio di una società che, secondo il messaggio captato dalla trama del romanzo di McCarthy e quindi proiettato sullo schermo, spesso puntano ai beni materiali, alla carriera, ai soldi, al potere. I giovani, quelli che si danno da fare, sono alla ricerca di qualcosa che appaghi anche lo spirito, la libertà, l'amore, uno status che possa realizzarne le aspirazioni. Lo rincorrono cercando di abbattere i confini, spesso per necessità più che per scelta. Alla fine ne viene una realtà piuttosto negativa che non appaga né gli uni né gli altri. Allora qualcosa andrà pur cambiato e possibilmente in fretta, perché dopo non sia troppo tardi. Eppure già ora esistono possibilità di raggiungere traguardi positivi impensabili fino a poco tempo fa, così da rendere la vita di tutti, vecchi e giovani, più proficua, più facile, più giusta. E più felice. Molto potrà fare la scienza, ma altrettanto potrà fare la volontà degli uomini.

La medicina da parte sua sta affrontando con ottimi risultati mali ritenuti finora incurabili, come troppe volte vengono ancora definiti. In campo oncologico, ad esempio, le statistiche di guarigioni inducono all'ottimismo. La ricerca - spiega Orazio Caffo, primario del reparto al S. Chiara - sta offrendo nuove possibilità e tra quelle di ultima generazione c'è l'immunoterapia oncologica, che stimola il sistema immunitario del paziente affinchè sia il suo stesso organismo a dichiarare guerra al cancro e a risultarne vincitore. In poco più di un anno, infatti, per certi tipi di tumore si può registrare un prolungamento della sopravvivenza di quasi il 30 per cento . Risultati ottenuti con l'uso dei nuovi farmaci in poco più di un anno.

Una peste da debellare è anche quella dell'Alzheimer, malattia che ancora resiste agli attacchi della medicina, ma l'accerchiamento continua e riesce almeno a dare momenti di sollievo sempre più evidenti. Tra le ultime iniziative si registra quella di Villa Boffo a Biella, inaugurata qualche giorno fa. Qui il pubblico e i malati possono passeggiare in un giardino bioenergetico dove le piante - secondo uno studio - trasmettono energia all'organismo stimolando emozioni sensoriali molto importanti. In questo contesto sono state avviate parecchie iniziative con figure e servizi opportuni che favoriscono la ripresa di una vita il più possibile normale, che non contempla l'ospedalizzazione.

C'è da dire, insomma, che l'età avanza ma che l'invecchiamento non sempre si presenta con schiere di nonni arzilli e in piena salute. Per il momento, ammettono gli scienziati, ma ci stiamo lavorando. E non ritengono impossibile far conquistare il traguardo dei 120 anni, finora ritenuto un limite biologico invalicabile. Anche l'ingegneria genetica dà una mano provando a far tornare le cellule adulte alla forma embrionale. Le speranze non mancano dopo il test eseguito su un gruppo di topi ai quali è stata allungata del 30 per cento la durata della vita. Prima o poi sarà l'uomo a fare da cavia. E forse lo farà volentieri. Possibilmente con qualche garanzia.

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