Cos’è il sesso? – domandò senza lasciarmi fiatare.

Cos’è il sesso? – domandò senza lasciarmi fiatare.

di Lucia Ferrai

Quello sporco bar messicano era un covo di pettegolezzi e tequila. Frida, seduta su uno sgabello sgangherato, era sola col suo bicchiere. Io e il mio amico la riconoscemmo dal suo tratto distintivo: i lunghi peli neri sopra il labbro.

- Le donne messicane sono un po’ baffute, d’accordo; Frida però passa ogni limite.

Esclamai le mie osservazioni ad alta voce, pensando che il muro di ubriachi barcollanti al bancone avrebbe attutito il volume della voce. Continuai senza ritegno:

- E le sopracciglia poi? Sembrano un’unica ala di corvo pelosa. Quale uomo se la porterebbe a letto?

Frida avvertì nitidamente le mie parole e me ne accorsi quando, voltandosi di scatto, mi raggiunse:

- Cos’è il sesso? – domandò senza lasciarmi fiatare.

Ebbi un attimo di confusione e balbettai. Non sapevo come uscire dall’imbarazzo, desideravo solo togliere il suo sguardo infuocato dalla mia faccia. Frida incalzò:

- Avanti, rispondi… Considerando come parli, sembri avere una certa esperienza.

- Signora Kahlo, non so cosa abbia sentito, la musica qui è alta. In ogni modo… il sesso non si descrive, si fa. Arrivederci!

Mi stupii della prontezza: lo stratagemma pareva intelligente. Tentai di avviarmi verso la porta, ma Frida si frappose tra me e la fuga.

- Risposta sbagliata. Ora io ti sfido: ad ogni affermazione mediocre, mi avvicinerò di un passo. Potrai vedere da vicino ciò che critichi tanto.

Frida non era una donna a cui sottrarsi, possedeva un carisma magnetico, gli sguardi le rimanevano incollati addosso. In poco tempo un gruppo di curiosi ci attorniò. A quel punto mi venne in mente Freud:

- Sopravvivenza della specie. Il sesso è un atto evolutivo.

Frida lanciò le braccia al cielo, sembrò arrabbiarsi molto. Avanzò di un passo, distavamo due spanne:

- Risposta sbagliata. Tanti piaceri sono antievolutivi.

A conferma di questa teoria, trangugiò della tequila, accarezzò con la lingua il bordo del bicchiere, gettò indietro i capelli, emise un gemito. Sentivo il suo piacere dentro di me. Avrei potuto perdermi, così passai all’attacco: le pizzicai la guancia, finché strizzò un occhio.

- Reazione ad uno stimolo.. il sesso funziona così! – dissi con superiorità – Noi lo imbellettiamo di favole per darci un tono.

Frida mi guardò a fondo come un lama. Si avvicinò di un altro passo, una spanna sola ci divideva… mentre m’imponeva la fierezza, le sue labbra mi sembrarono più rosse.

- Risposta sbagliata – sussurrò prendendomi la mano – tu dai troppo valore al corpo. Sai cosa mi è successo vero? A diciotto anni ero su un autobus, ci fu un incidente ed un palo mi trapassò da parte a parte. Sono sopravvissuta per miracolo. Da allora ho capito: il corpo è un brutto sacco morbido, la pelle ci protegge dal guardarci dentro, perché ne proveremmo orrore. Gli organi interni ci mostrerebbero la nostra corruttibilità. I pensieri, invece, sono invisibili: non c’è barra di ferro che li possa infilzare.

Frida chiuse gli occhi, appoggiando la mia mano sotto il suo ombelico. Accarezzava le mie dita tremolanti, pensai che volesse darmi il tempo di comprendere. Ogni mio muscolo si tese, finché Frida riaprì quei petali morbidi che erano la sua bocca:

- Le parole sono carezze. Le emozioni che provo qui, ora, con te… sono lingua, bacio, saliva, tenerezza, orgasmo. Il corpo è un burattino in mani più sagge… è la mente che seduce.

La rivelazione mi trapassò e per rimanere in me concentrai l’attenzione sulle sue pupille. Gli occhi di Frida erano due leonesse pronte all’agguato e non c’era salvezza, se non nell’onestà.  Rischiai: mi portai avanti, accostando le mie labbra alle sue:

- Sai perché il sesso provoca vergogna? Ci avvicina agli animali ed un animale non può mentire. L’esistenza è una ridicola farsa, un teatrino di attori scadenti che si proteggono sotto maschere eleganti e rassicuranti. Siamo vestiti di menzogne, tranne a letto: sotto le lenzuola è nuda anche l’anima. Tutto ciò è pericoloso, ma terribilmente liberatorio. La voragine di solitudine che squarcia il petto, il vuoto d’amore che preme nelle vene si alleggerisce nell’orgasmo. Forse per un attimo fugace, forse per illusione... comunque la verità può spogliarsi, la mia verità, la tua verità, le nostre verità, due verità nella verità si mescolano l’una dentro l’altra, come i corpi sudati, le labbra umide, le mani frementi, le dita leggere, il dolore, il piacere, la paura, la vergogna, le aspettative, l’ansia, la solitudine, l’amore. Tutto è uno. Uno diviene tutto. Si sfocano le immagini, perché non contano più. Il sesso è un’occasione di onestà.

Frida rimase in silenzio, gli occhi tornarono cuccioli calmi e soddisfatti. Arretrò senza dire nulla, e mi lasciò la chiave di una stanza d’albergo. Rimanemmo tutta la notte con i corpi avvinghiati. Quando la mattina mi alzai, chiese:

- Non mi hai detto il tuo nome. Come ti chiami?
- Tina
- Grazie Tina, è stato bello scambiarci le nostre verità.
- Forse è stata solo una menzogna più bella di altre.
- Grazie Tina, è stato bello scambiarci le nostre menzogne.
- Non ti dimenticherò mai, Frida. Addio!

[[{"type":"media","view_mode":"media_original","fid":"1517426","attributes":{"alt":"","class":"media-image","height":"925","width":"1419"}}]]

comments powered by Disqus