La passione di mio nonno per i necrologi

di Lucio Gardin

Avete notato che più le persone invecchiano e maggiore è la disinvoltura con cui maneggiano i quotidiani? Parlo di quelli cartacei naturalmente, perché sfogliare un giornale sull'I-Pad per uno di ottant'anni può essere considerata un'impresa No Limits. Quelli della Sector hanno istituito un premio per gli over '80 che riescono ad andare oltre la prima pagina. A parte Mattarella, non l'ha ancora vinto nessuno (anche se poi è venuto fuori che le pagine gliele girava Gentiloni). Ma sono gap comprensibili dovuti all'età. Pensate che mio nonno non ha ancora capito la differenza tra account e discount; l'altro giorno alla Lidl ha chiesto a una commessa su che scaffale era il suo profilo. Ma torniamo all'edizione cartacea. Quando sei ragazzo e prendi il giornale al bar, lo apri dove capita, guardi un po' di titoli a caso e quando il barista ti porta il caffè, con la stessa cura con cui t'infili un fazzoletto in tasca, lo ripieghi e lo metti sul primo tavolo vicino. Ma quando entri nella fantomatica quarta età, cambia tutto. Dopo gli ottanta (in certi casi anche prima), le mani si muovono con destrezza tale che riescono ad aprire il giornale direttamente alla pagina dei necrologi. Come un rabdomante che col bastoncino trova l'acqua, così l'anziano riesce ad aprire il quotidiano direttamente nella «necrological page», per vedere se c'è la sua foto o se qualcuno che gli doveva dei soldi è partito senza avvisarlo. Un signore che viene sempre al bar sotto casa, ogni mattina prima del consueto bianco delle sette, mette sul tavolo L'Adige e si scannerizza tutti i necrologi, per poi brindare perché non c'è la sua foto. Ieri indicando un anniversario di morte ha commentato «guarda sta signora, è quattro anni che muore.. sempre lo stesso giorno!». E mio nonno è pure peggiore; non inizia la giornata prima di controllare l'Adige. Tutti i giorni di tutti i mesi, i necrologi sono il suo primo pensiero. A forza di vedere la foto di un tizio «nel ricordo della sua morte» è convinto di averlo conosciuto di persona. «Noto, è morto anche il mio amico Tullio!». In realtà Tullio non è un suo amico, ma sono otto anni che lo vedono in foto nella ricorrenza dell'anniversario di morte. Però ultimamente è cambiato, non va più al bar a leggersi l'Adige. Ha detto in giro che è stanco delle solite facce, e vuole ampliare il giro di amicizie. L'hanno trovato a Bressanone che leggeva i necrologi del Dolomiten.

comments powered by Disqus