Asparagi, un po' cari ma i migliori

Asparagi, un po' cari ma i migliori

di Stefano Gasperi

Negli scorsi giorni Carlo Guardini ha portato una serie di critiche non tanto all'asparago di Zambana cui attribuisce egli stesso eccellenza assoluta (voto: 10) ma al suo prezzo, di molto superiore rispetto a quello degli asparagi, comunque buoni, provenienti dal Veneto (voto 8/9). Carlo Guardini ha delle ragioni che meriterebbero una giusta riflessione.

Gli asparagi di Zambana sono cari, sono troppo cari soprattutto per chi fatica a chiudere il mese in pareggio, per i tanti che non possono permettersi una scorpacciata con i nostri asparagi nemmeno rinunciando ad un altro «lusso» perché di lussi non ne vedono più da troppo tempo. La cosa ci pesa perché vorremmo che le eccellenze fossero riservate più a chi sa apprezzarle che a chi può permettersele. Però le differenze di qualità, specie ai livelli alti, comportano quasi sempre alte differenze di prezzo. E poi una mangiata di asparagi di Zambana è un lusso a cui molti possono comunque accedere. Il differenziale con altri asparagi e per per persona vale il costo di un litro di benzina, 10 sigarette, 2 caffè al bar.

Guardini ha ragione anche quando dice che manca una regia. Non tanto dei nostri governanti come dice lui, non mi pare il loro compito, non mi pare proprio il caso. Non sono entusiasta delle cabine di regia a guida pubblica e non penso vi sia carenza di questi «articoli» in Trentino. Piuttosto mi rammarico della nostra scarsa propensione a lavorare insieme, a gioire nel perseguire insieme obiettivi comuni e a rinunciare un individualismo eccessivo e brutto, davvero antipatico a vedersi. Ai nostri governanti chiederei semmai disponibilità e passione. Stimolo semmai e interesse nel merito.

Poi Carlo però mi «canna» clamorosamente quasi tutto il resto anche se può starci una certa critica all'autoreferenza. Da parte mia cercherò di motivare perché gli asparagi di Zambana costano più di quelli veneti e, pacatamente, del perché sono migliori. L'asparago di Zambana si coltiva solo su terreni molto sabbiosi lungo l'Adige e il Noce e quindi solo su suoli molto vocati della zona tipica per questa coltura. Per questo motivo presentano un sapore più delicato dei concorrenti veneti coltivati spesso su terreni che noi definiremmo «pesanti» per la presenza di discrete quantità di argilla. L'asparago di Zambana si coltiva su piccole superfici a conduzione familiare e limitata meccanizzazione e uso di chimica. La differenza con la generalità degli asparagi veneti è, per questo aspetto, quella fra un prodotto artigianale tradizionale e un prodotto industriale.

I nostri asparagi di Zambana vengono raccolti al mattino, consegnati all'associazione nel primo pomeriggio, condizionati in immediato, selezionati e confezionati manualmente, commercializzati generalmente nel giorno successivo e non più in là di tre giorni dalla raccolta. Gli asparagi provenienti da fuori zona hanno quasi sempre qualche giorno sulle spalle, a volte più di una settimana trascorsa in condizioni non esattamente ideali a preservarne la qualità. Essendo l'asparago un germoglio è comprensibile come la qualità decada velocemente col trascorrere del tempo, la fibra aumenti, lo scarto cresca.

Questo modo di produrre e lavorare e commercializzare il prodotto costa. Il modo di produrre, lavorare e commercializzare in Veneto costa meno. Parecchio meno. Una produzione a 5 stelle costa molto più di una a tre o quattro che comunque non va assolutamente disprezzata. Se la differenza vale il differenziale di prezzo lascierei al singolo consumatore giudicare. Questo secondo me, beninteso, non in assoluto.

Stefano Gasperi 
Presidente Asparagicoltori trentini associati

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