Dal Massachussets al Trentino, per il bene comune

Dal Massachussets al Trentino, per il bene comune

di Impact Hub Trentino

Fare la prima mossa è sempre il passaggio più difficile. Vale in ogni campo. Cosa raccontare per la prima uscita di un nuovo blog per non apparire autoreferenziali e per iniziare a incuriosire i lettori?

Abbiamo deciso di partire da una telefonata, avuta pochi giorni fa, con Laurie Lane Zucker e dal suo racconto. Entriamo in contatto per confrontarci sul senso e le modalità di implementazione di un Impact Hub in un contesto estraneo alle aree metropolitane, nel mezzo di una costellazione di centri urbani di dimensioni medio/piccole. Siamo nel Massachussets, in un territorio che dista un paio d’ore da New York e la sfida di Laurie è quella di contribuire al rilancio dell’economia della zona.

Si percepisce subito che i tratti comuni con il Trentino sono molteplici: qualità della vita elevata, forte senso di comunità, attenzione verso le tematiche della solidarietà e dell’accoglienza, la possibilità di avere un’interazione facile e frequente con gli amministratori pubblici.

Elementi che qualificano positivamente il territorio ma che fanno il paio con dati di segno opposto che sono altrettanto simili: necessità di delineare il proprio ruolo nel mondo partendo dalla consapevolezza che non ci si può sentire autosufficienti dentro territori di dimensioni limitate, certezza che la globalizzazione ha portato ognuno (si abiti a Trento o dentro una grande città americana) ad attraversare – materialmente e non - spazi che vanno molto oltre le mete raggiungibili in un paio di ore di automobile. La necessità è quindi quella di affiancare alle eccellenze che il territorio è in grado di generare e di attrarre, la costante capacità di condividere riflessioni ed esperienze che possano formare e informare ogni livello della comunità, in un processo generativo e inclusivo.

Laurie le chiama «Public Benefit Enterprise Zone» e ci spiega qual è la filosofia sulla quale si fondano. Facendolo lancia una sfida: «ogni innovazione che oggi non si occupa delle sfide sociali che il nostro tempo ci propone è energia sprecata. Perché non proviamo a far diventare i nostri territori - il Massachussets e il Trentino, così simili tra loro - ecosistemi privilegiati per la nascita e la crescita di imprese che si occupano del bene comune? Perché non tentare di aprire la strada per un’alleanza esplicita tra il settore pubblico, quello del credito, quello scolastico e universitario e quello imprenditoriale per creare l’humus adatto e fornire la strumentazione necessaria per lo sviluppo di imprese che si occupano di innovazione sociale?».
 
Le metropoli hanno una capacità centripeta naturale per l’innovazione, rischiando di fagocitarla. Può una visione forte - collettiva e cooperativa - ridefinire l’offerta di valore e potenziare la capacità attrattiva del Trentino (un’area interna, con caratteristiche alpine e forti tratti di specialità amministrativa) basata non solo sulla possibilità di accesso a finanziamenti o contributi, ma sulla  capacità di far crescere un tessuto sociale pronto ad accogliere iniziative di impresa che siano espressione dei valori e del genius loci locale? Se c’è una partita da giocare con convinzione in questo tempo è proprio questa.

Siamo pronti? Chi ne sarà protagonista?

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