Banche, burocrazia e politica fanno paura agli italiani

Banche, burocrazia e politica fanno paura

di Paolo Micheletto

La politica è sempre più lontana dalla gente, si ripete ormai da anni. Forse da sempre. Certo che un paio di notizie degli ultimi giorni allontanano sempre più il palazzo dai cittadini. Di più: danno alla gente l’idea che bisogna diffidare dalle istituzioni, che fanno paura e che «rubano» ai piccoli cittadini per aiutare le banche. Si entra in banca, o all’ufficio pubblico, o all’Agenzia delle Entrate, o da Equitalia, con l’idea che dall’altra parte c’è un nemico. Con l’idea che c’è solo da perdere, se si ripone fiducia nel funzionario, nel consulente, nel burocrate di turno. Si va in un ufficio e non si sa come se ne esce: e se le cose precipitano, la colpa è solo del cittadino.

Ha colpito tutti il gesto di Luigino D’Angelo, il pensionato di 68 anni di Civitavecchia che si è tolto la vita dopo aver scoperto di aver perso tutti i suoi risparmi in seguito al fallimento della Banca Etruria. Una tragedia personale ma in questi giorni sono state migliaia le persone che si sono fiondate nei loro istituti di credito per verificare di persona se i propri soldi erano ancora al loro posto, oppure se erano spariti in base a regole poco chiare, magari impossibili da comprendere (fissate nei grigi palazzi europei: e qui ritorna il concetto della distanza, perché l’Europa è l’istituzione più lontana che si può). Si va in banca e ci si affida al consulente, che ti fa firmare una montagna di carte e ti dice: «Normale procedure...».

E tra i cittadini passa il messaggio - motivato dai fatti - che il governo toglie ai piccoli risparmiatori per salvare le banche. Un messaggio devastante, perché toglie ogni fiducia agli italiani e crea un clima di tensione e di distacco. Perdere i propri risparmi è una delle maggiori paure degli italiani, che da sempre sono un popolo che ama avere una «cautela» in banca, a differenze di altre culture dove il risparmio è meno praticato. Non a caso l’ultimo rapporto del Censis ha confermato la composizione «difensiva» del portafoglio dei cittadini italiani: d’altro canto, il risparmio è ancora la scialuppa di salvataggio nel quotidiano, visto che nell’anno trascorso 3,1 milioni di famiglie hanno dovuto mettere mano ai risparmi per fronteggiare il gap di reddito rispetto alle spese mensili.

Certo che la politica in questo momento ha prima di tutto un mandato vero, che però non assolve: recuperare i cittadini dalla paura, dalla diffidenza, dal terrore di perdere i risparmi in banca oppure di dover rispettare una scadenza imposta con fare minaccioso da Equitalia. Perché sono sempre i «piccoli» a pagare, mentre per i «grandi» c’è la possibilità di salvarsi o di dirottare altrove le responsabilità. I correntisti si trovano senza soldi ma le banche un aiuto lo trovano sempre, grazie al governo. Ieri il premier Matteo Renzi non ha avuto parole di sollievo, annunciando in forma generica un fondo di garanzia per risarcire in parte gli obbligazionisti delle quattro banche salvate che avevano meno carico di rischio e quindi «non avevano speculato». Tra l’altro il suicidio del pensionato ha scatenato la solita (e inutile) polemica politica, con l’accerchiamento del governo da parte delle opposizioni, anche quella di sinistra. Per questo il premier ha dato indicazione di lavorare per dare sollievo innanzitutto agli obbligazionisti ma anche ai piccoli azionisti, che «sono vittime e non colpevoli perché spesso - ragionano nel Pd - erano costretti all’acquisto delle azioni da un sistema bancario che era strutturato in maniera malsana».

Dicevamo che un’altra notizia rende l’idea del «palazzo» che punta a salvare se stesso e non ad aiutare i cittadini. Per le casse dei partiti, alcune delle quali ormai esauste e piene di debiti anche nei riguardi dei dipendenti, arriva infatti una boccata d’ossigeno: si tratta dei 10 milioni di rimborsi elettorali sbloccati dall’Ufficio di presidenza della Camera, dopo l’approvazione della cosiddetta legge Boccadutri, che ha consentito l’erogazione senza alcuni controlli sui bilanci da parte dell’apposita Commissione di vigilanza. Alè, anche per quest’anno siamo salvi.

comments powered by Disqus