Troppi dinosauri a piede libero

di Andrea Tomasi

Dopo l'annunciato addio della professoressa Daria de Pretis alla poltrona di rettrice (per chi si fosse sintonizzato solo ora... la docente è stata nominata giudice della Corte Costituzionale dal presidente della Repubblica), il mondo accademico sembra lentamente uscire dal suo torpore.

 

dinosauro

 

La gente, che si era posizionata all'ombra del rettorato, ora si guarda attorno con in mano la bussola, per capire da che parte andare.

 

Il personale tecnico amministrativo (quella fetta che ha seguito le evoluzioni dell'ateneo, dalla provincializzazione all'approvazione del nuovo statuto, con cui è stato tolto ogni strumento di rappresentanza negli organi di governo) guarda con attenzione ai potenziali candidati alla poltrona lasciata vuota dall'avvocato de Pretis (e a breve ufficialmente giudice de Pretis).

Gli studenti... beh... gli studenti niente, perché storicamente si sono sempre interessati "poco" alle dinamiche politico-amministrative-elettorali dell'ateneo (non è una critica, è cronaca).

 

A muoversi, ad esaltarsi, sono quei docenti che vedono aprirsi dei varchi. Parliamo di possibili candidati alla carica di rettore (un mandato extralarge di sei anni) e che contano i voti (per ora virtuali). Aspirazioni legittime. E speriamo tutti che venga scelto rettore un uomo (o una donna) all'altezza.

 

Poi ci sono quelli che pensano che la candidatura al vertice dell'Università possa essere un mezzo per rendite di posizione... un po' come quelli che si candidano sindaco per diventare consigliere e magari, prima dei ballottaggi, contrattano pacchetti di voti con questo o quello al momento del ballottaggio. Della serie: "Io porto dei voti a te e tu porti qualcosa a me".

 

Operazioni di piccolo cabotaggio, che fanno pensare ad un modo vecchio di stare al mondo, a quei dinosauri destinati comunque all'estinzione.

 

E (mi) viene in mente una canzone dello Zecchino d'Oro, che parla di un dinosauro bambino. Eccone un paio di strofe:

 

È un dinosauro bambino
Che si crede un gigante
Lo misuro ogni giorno
E non diventa mai grande

 

E sogna di diventare
Un dinosauro gigante
Che sparisce a ponente
E compare a levante

 

È un dinosauro bambino
Che si sveglia affamato

E’ un dinosauro bambino
Che non diventa mai grande

 

Buon ascolto:

 

 

 

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