Giunte di destra o sinistra, l'Adige resta libero

di Pierangelo Giovanetti

Gentile Direttore, gloria ai vincitori delle elezioni ed ai 144.609 elettori che hanno scelto Rossi e la sua coalizione; io però sono uno dei 272.095 trentini che NON hanno votato per Rossi e la sua coalizione (scelta ancora legittima, mi auguro); dico anche che NON faccio parte dei 154.945 che non sono andati a votare, e in questo hanno sbagliato atteggiamento e nemmeno uno dei 12.931 che hanno annullato la loro scheda.
A me non interessano le sottili spiegazioni sulle strategie politiche che si dovevano fare dal centrodestra e dalle altre offerte dei partiti; io penso che era necessario tentare un cambiamento e che la maggioranza dei 261.759 votanti ha invece legittimamente deciso che andava bene così come si è governato nei vari settori provinciali sino ad oggi.
Le chiedo se ora, Lei e il suo giornale, con un governo di centrosinistra più forte di quello di Dellai, darete spazio ancora a chi, ad esempio, vorrà sempre essere rispettoso ed orgoglioso della appartenenza propria e del Trentino all'Italia e all'alzabandiera rimane al suo posto, oppure si rifiuterà di leggere la storia trentina come verrà stabilito di insegnarla dal nuovo assessore alla cultura pattino, oppure riterrà che le Comunità di valle sono uno spreco che non ci possiamo permettere, che all'introduzione delle nuove tasse, già nel cassetto, per pagare gli interessi del pregresso debito provinciale, potrà pubblicamente lamentarsi e chiedere conto della sua scellerata assunzione, che non è d'accordo di peggiorare la nostra situazione finanziaria con l'assunzione della cosiddetta autonomia integrale, e via discorrendo.
In definitiva, come lettore ed elettore, mi piacerebbe poter contare su un giornale come l'Adige non allineato che dia spazio alla maggioranza dei trentini che è divenuta minoranza politica, in parte per propria colpa ed in parte per il tritacarne mediatico che ha aiutato a spazzar via qualsiasi forma di opposizione democratica (confido che la consigliera Borgonovo Re adesso non diventi afona o balbettante sui malanni provinciali che tempo fa aveva denunciato).
Poiché sulle minoranze, vere o presunte, c'è un partito che ha costruito la propria fortuna e che quindi dovrebbe avere una sensibilità forte, mi auguro applichi concretamente all'avversario politico ora in minoranza tale peculiarità di cui è emblema. Vedremo se sarà così.
Bruno Kaisermann


 


La vittoria netta e inequivocabile di Ugo Rossi e del centrosinistra autonomista non ha il potere taumaturgico di trasformare in luci e colori ciò che prima non funzionava, o andava migliorato.
Questo vale per le Comunità di valle che, così come sono, facevano acqua da tutte le parti prima, e non sono improvvisamente rifiorite dopo il 27 ottobre. Ma vale anche per certi eccessi di spesa in piumotti e divise delle bande ai tempi di Panizza, che resteranno eccessi anche se a deliberarli sarà Baratter o qualcun altro del Patt. Così pure come l'esagerazione di orpelli burocratici della Provincia, o i troppi doppioni nelle valli di caserme e sedi non necessarie per ogni frazione e paesino. O l'enorme dipendenza di imprese e aziende da contributi, sussidi e lease back provinciali.
Un giornale popolare come l'Adige, che ha nella libertà e indipendenza la sua forza, fa e continua a fare il suo lavoro sia che ci sia una giunta di centrodestra, sia che vinca il centrosinistra. Perché nulla cambia nel nostro compito quotidiano di informare, raccontare i fatti che accadono e dire le cose come stanno, offrire chiavi di lettura e punti di vista che possano essere utile a riflettere e ad approfondire le questioni. E magari a trovare le soluzioni.
Non è che la libertà del giornale cambia se la maggioranza in consiglio provinciale è di 21 consiglieri come nella passata legislatura, o passa a 23 come è oggi. Il giudizio sui fatti è in base ai fatti, non in base alla maggioranza di cui dispone chi governa. Lo stesso governatore Dellai ne sa qualcosa nel suo quindicennio di regno, visto che la lettura dell'Adige al mattino gli andava di traverso quasi ogni giorno.
Dire che il tricolore è la bandiera anche dei trentini, oltre che del resto degli italiani, non è diventato certo reato dopo le elezioni. Anzi, è un'ovvietà. E tale resta.
Semmai sta a chi non condivide l'operato della maggioranza che ha vinto le elezioni strutturarsi, anche culturalmente oltre che politicamente, per offrire un'opposizione intelligente, organica, convincente, basata sui fatti e non sulle urla. Insomma preparare il terreno per un'eventuale alternativa, fra cinque anni, se Rossi e la sua maggioranza avranno malgovernato.
Se gli elettori trentini hanno votato così domenica scorsa, evidentemente hanno trovato meno convincenti le altre proposte, e meno affidabile la classe di governo alternativa. Sta quindi a chi non ha votato Rossi offrire qualcosa di meglio la prossima volta.
 p.giovanetti@ladige.it

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