Millequattrocento

Quanti sono oggi gli appartamenti invenduti nella "Busa"?

di Vittorio Colombo

 

Non passa giorno senza l’annuncio di una lottizzazione, di un progetto che riguarda la costruzione di condomini, di decine di appartamenti.

Fonti al di sopra di ogni sospetto stimano  che oggi nella “Busa”, tra Riva, Arco e zone limitrofe, languono 1.400 (millequattrocento) appartamenti invenduti.

Può anche darsi che chi giura che il dato è reale, incroci in contemporanea le dita dietro la schiena. Così per scaramanzia o perché sa di esagerare…

Ma, caliamo pure le arie. E consideriamo che quel che è certo è che di più di mille invenduti, così alla garibaldina, si parla.

Una volta per indicare operazioni avventurose si usavo proprio questo termine “alla garibaldina”. Per significare buona dose di coraggio, ma anche senso non sempre controllato del rischio: le cose possono andar bene (vedi i garibaldini, quelli dell’unità) ma possono anche rivelarsi un fallimento, soprattutto se il rischio non è stato valutato in tutta la sua (rovinosa e rovinante?) portata.

Il ragionamento dell’addetto ai lavori che mi propone questa cifra, semplificando, è il seguente: se gli appartamenti restano invenduti, il costruttore non acquisisce denaro fresco,  se il costruttore non “rientra” con le banche, le banche fermano il flusso di denaro e, in qualche caso, fanno scattare l’ipoteca.

Così la “sofferenza” si allarga e diventa problema sociale: le famiglie non hanno soldi (né ottengono mutui) per comperare gli appartamenti, i costruttori non hanno soldi per rientrare rispetto agli investimenti fatti, gli artigiani aspettano pagamenti che tardano ad arrivare, gli operai dell’edilizia e dell’artigianato vanno in cassa integrazione, le banche cercano di recuperare i soldi acquisendo mattoni che poi devono pur convertire i soldi, visto che “di mestiere” fanno le banche.

Non sono un esperto e non sono certo che questa lettura dei fatti sia corretta. Con somma modestia ve la propongo. Una domanda però, nel dubbio, mi viene spontanea: perché diavolo nella “Busa felix” si continua a costruire?  

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