Israele ha attaccato l’Iran: “Colpiti dei siti nucleari, non ci fermeremo qui”
Khamenei convoca d'urgenza i vertici della sicurezza. La sua risposta non si è fatta attendere: "Il regime sionista si è procurato un destino amaro e doloroso", ha tuonato, promettendo "dure punizioni" per Israele
GERUSALEMME. La notte del Medio Oriente si è tinta di fuoco e sangue quando l'aviazione israeliana ha scatenato l'operazione "Nazione di leoni", un massiccio attacco preventivo che ha colpito il cuore del programma nucleare iraniano. Decine di cacciabombardieri hanno attraversato i cieli, seminando morte e distruzione in cinque città della Repubblica Islamica.
Il bilancio è devastante per Teheran: tra le vittime figurano il comandante delle Guardie della rivoluzione Hossein Salami, lo scienziato nucleare Mohammad-Mehdi Tehranchi e l'ex capo dell'Organizzazione per l'energia atomica Fereidoun Abbasi. Ali Shamkhani, uno dei più fidati consiglieri della Guida Suprema Khamenei, lotta per la vita in condizioni critiche dopo essere rimasto ferito negli attacchi sulla capitale.
Il premier Netanyahu, con il volto tirato ma soddisfatto, ha parlato di "un colpo d'apertura molto riuscito" davanti alle telecamere, affiancato dal ministro della Difesa Israel Katz che ha immediatamente proclamato lo stato di emergenza su tutto il territorio israeliano. "Abbiamo colpito il cuore del programma di arricchimento nucleare dell'Iran", ha dichiarato il leader israeliano, promettendo che l'offensiva continuerà "per giorni, fin quando sarà necessario".
L'impianto nucleare di Natanz è avvolto dalle fiamme, con dense colonne di fumo nero che si alzano verso il cielo notturno. Le esplosioni hanno fatto tremare Teheran e altre quattro città strategiche: Tabriz con le sue raffinerie, Esfahan e Arak a sud della capitale, Kermanshah a ovest. Ogni obiettivo era stato scelto con precisione chirurgica per colpire l'apparato militare e nucleare iraniano.
Mentre il Mossad conduceva parallelamente operazioni segrete di sabotaggio nel territorio nemico, l'ayatollah Khamenei convocava d'urgenza i vertici della sicurezza. La sua risposta non si è fatta attendere: "Il regime sionista si è procurato un destino amaro e doloroso", ha tuonato, promettendo "dure punizioni" per Israele.
A migliaia di chilometri di distanza, Donald Trump interrompeva il tradizionale picnic primaverile alla Casa Bianca per convocare il Consiglio di Sicurezza Nazionale. Il segretario di Stato Marco Rubio ha tenuto a precisare che si tratta di "un'azione unilaterale di Israele" alla quale Washington non ha partecipato, pur mantenendo il sostegno al diritto di autodifesa dell'alleato.