Politica

Referendum flop, affluenza ferma al 30,58%: inutile vittoria dei sì

Con il 39% di affluenza, la Toscana è la prima regione per il numero di cittadini che si sono recati alle urne per i cinque referendum. Maglia nera per Trentino Alto Adige, Calabria e Sicilia. Il quesito sulla riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza per ottenere la cittadinanza italiana ha ottenuto solo il 65% di consensi. Emblematico il caso della provincia di Bolzano, dove il "no" prevale nettamente con il 62,8% dei voti

ROMA. Chiusi alle 15 i seggi per i cinque referendum abrogativi su lavoro e cittadinanza, ma la consultazione non ha superato lo sbarramento del quorum. L'affluenza definitiva si è attestata al 30,58%, ben lontana dal 50% più uno necessario per la validità del voto. Solo a Matera, dove si votava anche per il ballottaggio delle comunali, il quorum è stato raggiunto con il 53,3%.

Con il 39% di affluenza, la Toscana è la prima Regione per il numero di cittadini che si sono recati alle urne per i cinque referendum. Maglia nera per Trentino Alto Adige con 22,5%, la Calabria e la Sicilia, appaiate al 22/23%.

Nonostante la sconfitta, il segretario della Cgil Maurizio Landini ha rivendicato il risultato: "L'obiettivo non lo abbiamo raggiunto, ma 14 milioni di italiani hanno votato e questo è un dato importante". Landini ha escluso qualsiasi passo indietro e ha annunciato che la battaglia per i diritti del lavoro continuerà con altri strumenti.

Il governo ha festeggiato l'esito. “Il campo largo è morto, la campagna di odio ha schifato gli elettori”, afferma il presidente del Senato Ignazio La Russa.

Il quesito sulla riduzione da 10 a 5 anni del periodo di residenza per ottenere la cittadinanza italiana ha ottenuto solo il 65% di consensi, con un significativo 35% di "no" che rivela una società spaccata sul tema. Particolarmente emblematico il caso della provincia di Bolzano, dove il "no" prevale nettamente con il 62,8% dei voti, evidenziando forti resistenze territoriali alla riforma. Un risultato che, pur confermando la vittoria del fronte favorevole, dimostra come la questione dell'accesso alla cittadinanza rimanga divisiva nell'opinione pubblica italiana.

La ministra del Lavoro Marina Calderone ha parlato di "battaglia ideologica" e ha annunciato nuove proposte di riforma per il mondo del lavoro. Più duro il vicepremier Tajani che ha criticato i costi della consultazione, mentre Fratelli d'Italia ha ironizzato: "Volevano far cadere Meloni, è caduto il centrosinistra".

Riccardo Magi di +Europa ha denunciato il "problema dell'informazione" e ha annunciato una proposta di legge per riformare il quorum referendario. Dal Pd Francesco Verducci ha definito i 14 milioni di voti "un punto di partenza", mentre Pina Picierno ha parlato di "sconfitta seria ed evitabile". L'astensionismo organizzato ha prevalso sulla mobilitazione dei promotori, confermando la difficoltà storica dei referendum nel raggiungere il quorum negli ultimi trent'anni.

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