Italia / Il caso

Universitari suicidi, da Padova appello alla mobilitazione: vite nell'ansia ma la politica è sorda

Emma Ruzzon: "Siamo stanchi di stare male, di avere attacchi di panico nelle università, di imbottirci di pillole credendo sia l'unica soluzione, quando domani ci aspetterà lo stesso fuori, nel precariato del lavoro"

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TRENTO. Un appello alla mobilitazione degli studenti italiani contro il fenomeno dei suicidi in ambito universitario è stato lanciato, tramite social, da Emma Ruzzon, combattiva presidente del Consiglio degli studenti dell'ateneo di Padova, che anche in occasione della recente inaugurazione dell'anno accademico aveva scosso le autorità pubbliche scagliandosi contro il sistema "merito-centrico e competitivo".

Descrivendo l'ansia causata dal sistema universitario, aveva detto fra l'altro: "Da quando studiare è diventata una gara?".

Ruzzon prende lo spunto dall'ultimo suicidio di una universitaria avvenuto due giorni fa a Somma Vesuviana, un mese prima il caso di una studentessa che si è tolta la vita a Milano lasciando un biglietto in cui indicava nell'ansia per lo studio la causa del proprio stato di sofferenza profonda.

"È successo di nuovo - afferma Ruzzo -, un'altra persona si è suicidata a causa dell'università. Per un po' leggeremo di lacrime, sconcerto cordoglio, per poi passare alla prossima notizia, e due giorni ricominciare a parlarne, quando il prossimo si toglierà la vita".

"Non sono casi isolati - sottolinea la portavoce padovana - . Siamo stanchi di stare male, di avere attacchi di panico nelle università, di imbottirci di pillole credendo sia l'unica soluzione, quando domani ci aspetterà lo stesso fuori, nel precariato del lavoro".

"Chiedo alla politica: cosa state facendo? Vedo carezze, pacche sulle spalle - prosegue Ruzzon - ma nessuno che si prende veramente carico di questa problematica. Non vogliamo la laurea o il 18 politico. Se questa è la risposta state mentendo. Il tema è serio, e serve coraggio per affrontarlo. Non farlo è voluta sordità".

"Se questo non basta - conclude, riferendosi al mondo studentesco - mobilitiamoci, ovunque, dentro e fuori dai social, discutiamo, dobbiamo farlo ora, perchè se non lo facciamo noi non lo farà nessun altro".

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