Il caso / I dati

Il Viminale lancia l’allarme: lo scorso anno sono scomparse 67 persone al giorno

Più di 24mila in totale le denunce, un aumento del 26% rispetto al 2021. In Trentino resta ancora aperto il caso Sara Pedri. Il ministro dell’Interno: “Fenomeno articolato, bisogna fare di più per affrontarlo”

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ROMA. Sono stati illustrati oggi, mercoledì 22 febbraio, i dati relativi al numero degli scomparsi in Italia nel corso del 2022 e le iniziative assunte per contenere il fenomeno. Lo scorso anno sono state 24.369 le denunce di scomparsa presentate alle Forze di polizia, pari a una media di 67 al giorno. Dato che presenta un aumento pari al 26% rispetto al 2021, quando le denunce furono 19.269.

Si registra anche un aumento dei ritrovamenti e, soprattutto, si evidenzia la riduzione dei tempi di rintraccio, a riprova che gli strumenti messi in campo nelle ricerche si stanno dimostrando efficaci. Altro elemento che emerge dall’analisi della relazione concerne il progressivo aumento delle denunce di scomparsa di minori.

Il Commissario straordinario, da ultimo, nell’esporre le iniziative in corso e le proposte volte a rendere ancora più efficace il sistema di ricerca degli scomparsi, ha voluto sottolineare il prezioso contributo di tutti gli attori in campo per affrontare un fenomeno tanto complesso: prefetture, Forze di polizia, Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, il sistema di Protezione civile e gli enti locali e, non da ultimi, le associazioni, il terzo settore e i mezzi di informazione.

La cerimonia si è conclusa con l’intervento del ministro dell’Interno Piantedosi durante il quale lo stesso ha sottolineato che: «Quello delle persone scomparse rappresenta un fenomeno articolato che necessita di una intensa attività di analisi mirata a indagarne le cause, con l’obiettivo di poterlo efficacemente affrontare anche in termini di prevenzione. In tale ambito assumono grande importanza le numerose partnership e collaborazioni avviate dall’ufficio del Commissario anche con università, istituti di cura, enti pubblici e privati».

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