Tar, Cate Blanchett direttrice orchestra nello scandalo

In corsa con 6 nomination agli Oscar, il film esce il 9 febbraio

ROMA

(di Francesco Gallo) (ANSA) - ROMA, 31 GEN - E' partita da Venezia e passata per i Golden Globe la corsa di TÀR di Todd Field, che agli Oscar del 12 marzo sarà uno dei film protagonisti viste le sei nomination ottenute tra cui miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista Cate Blanchett che alla Mostra ha vinto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile e poi migliore attrice ai Golden. Ora il film arriva in sala il 9 febbraio. Al centro c'è la storia di Lydia Tar (Cate Blanchett), una grande direttrice d'orchestra omosessuale di Berlino che a un certo punto si ritrova nel mirino di uno scandalo #MeToo. "Non ho mai considerato l'aspetto Lgbt del film, certo alla mia Lydia piacciono le donne - ha detto Blanchett - ma credo fermamente che non sia importante l'omogeneità di genere nel mondo dell'arte, anzi credo che ne sia la morte. Ciò che le persone fanno dopo il loro lavoro non è importante. Insomma, non ho mai pensato al genere, alla sessualità di Lydia. Questo film è il ritratto molto umano di una persona con tutte le sue debolezze". Nel film la direttrice d'orchestra, ormai vicina ai 50 anni, ha come compagna il suo primo violino con la quale convive insieme a una figlia adottiva. In procinto di dirigere la Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler (il tutto è stato girato durante due esibizioni della Filarmonica di Dresda nel settembre 2021 al Kuturpalast), Lydia viene accusata di aver favorito l'ingresso in orchestra di una violoncellista: un elemento a cui si aggiungono una serie di video compromettenti messi in rete da un ragazzo e, infine, una pioggia di denunce di altre presunte molestie. "Lydia, la protagonista, sembra fare proprie tutte le grandi domande che oggi dividono l'opinione pubblica. Come ad esempio il dilemma del tempo che passa. Sta per compiere cinquant'anni - sottolinea -, un momento davvero delicato perché sai tutto quello che hai già fatto e ti chiedi quanto tempo hai davanti ancora e che uso farne. Sei, insomma, all'apice della tua vita, della tua carriera e ora puoi solo scendere dalla montagna. La scalata per arrivare al successo è decisamente più facile della discesa, del fallimento. Il film affronta anche questo argomento". (ANSA).

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