Sgombero, scontri attivisti-polizia a Bologna. Tra di loro un trentino: “Non avevamo un posto dove dormire”

Furenti i dimostranti: "Ci hanno fatto mettere le mani sopra la testa, ci hanno perquisiti e sequestrato documenti e cellulari, poi ci hanno fatto molte domande sul perché eravamo lì e come eravamo entrati in contatto con l'occupazione”

BOLOGNA. "Questa notte in via Oberdan 16 eravamo in 7, tutti noi non abbiamo un posto dove andare a dormire". Così un 21enne di Trento venuto a Bologna per studiare al Dams, subito dopo essere stato sgomberato dalle forze dell'ordine. Fuori dall'immobile - dove sono ancora asserragliati sul tetto 3 studenti - zaino e coperte in spalla, racconta di essere "da mesi alla ricerca di una stanza in affitto", ma di non riuscire a trovarla.

"Quando la polizia è entrata questa mattina ci hanno fatto mettere le mani sopra la testa, ci hanno perquisiti e sequestrato documenti e cellulari, poi ci hanno fatto molte domande sul perché eravamo lì e come eravamo entrati in contatto con l'occupazione. Una ragazza è stata costretta a fare i suoi bisogni con la porta aperta".

Quindi, racconta ancora, "non ho mai partecipato a un'occupazione, questa è per me la prima volta, lo faccio perché non ho un posto dove andare a dormire e a Bologna i prezzi delle case in affitto sono folli. Una volta ho trovato una stanza a un prezzo ragionevole, ho chiamato il giorno dopo che è uscito l'annuncio, ma la proprietaria mi ha detto che aveva già ricevuto 300 richieste. Ora cercherò ospitalità da un amico".

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