Politica / Governo

Il movimento 5 stelle non vota la fiducia. Draghi al Quirinale da Mattarella, maggioranza in fibrillazione

I pentastellati non partecipano al voto di fiducia sul decreto aiuti alla Camera: il testo passa con 266 sì e 47 no. Vari partiti ora chiedono una verifica, Conte giustifica la scelta richiamandosi al dissenso sul merito del provvedimento (questioni superbonus e inceneritore di Roma)

CONFRONTO I nove punti indicati da Conte a Draghi

ROMA. Schiaffo del M5s al governo. I pentastellati non partecipano al voto di fiducia sul decreto Aiuti alla Camera. Il testo passa con 266 sì e 47 no. Ma sul provvedimento la tensione si sposta al Senato, dove il testo deve essere approvato entro questa settimana.

Il premier Draghi poco dopo le 19 è salito al Quirinale per un incontro con il presidente Mattarella. Berlusconi chiede al presidente del consiglio di aprire una verifica di maggioranza e di sottrarsi"a questa logica politicamente ricattatoria". Tajani evoca la crisi se il M5s non voterà anche al Senato. E a proposito di dissensi, la Lega attacca su cannabis e ius scholae, due provvedimenti che la vedono contraria.

Il premier aveva lasciato poco prima palazzo Chigi dove aveva avuto un incontro con il ministro Andrea Orlando in vista dell'incontro di domani con i sindacati.

Quella di non votare oggi alla Camera il dl aiuti "era una decisione già chiara, perché c'è una questione di merito per noi importante che avevamo anticipato, c'è una questione di coerenza e linearità, quindi nulla di nuovo. Era stato anche anticipato, è tutto chiaro", ha detto il leader leader del M5s Giuseppe Conte, arrivando alla sede del Movimento, senza rispondere su quello che accadrà al voto sul dl aiuti al Senato e sulla verifica chiesta da Fi e Lega.

Nel mirino dei cinquestelli, in aprticolare, il depotenziamento del superbonus e l'inserimento nel decreto del via libera al'inceneritore di Roma.

"Il governo Draghi è nato per rispondere alle emergenze di famiglie e imprese e anche l'incontro di domani con i sindacati per discutere di agenda sociale e salario minimo è un appuntamento che va in quella direzione. Tutte le forze politiche siano responsabili nel confronti del Paese". Così Simona Malpezzi, presidente dei senatori del Pd.

Una verifica di maggioranza, come chiesto dal presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, "se il Movimento Cinque Stelle se ne va, a maggior ragione è un tema da affrontare tutti insieme con il presidente del Consiglio", afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, nel corso di un punto stampa a Milano. "È chiaro - aggiunge - che se non c'è più il Movimento, per me si può andare avanti anche senza , ma bisogna vedere se ci sono la volontà e i numeri, e su che cosa. Qui c'è da non perdere i soldi europei, il Pnrr, da fare la legge di bilancio, poi forse qualcuno vuole fare la legge elettorale".

 

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