Medioriente / Il caso

Usa, la reporter di Al Jazeera uccisa probabilmente da soldati Israele

"Ma non c'è alcun motivo di credere che la sua uccisione sia stata intenzionale", afferma il dipartimento di Stato, spiegando di non poter arrivare ad una "conclusione definitiva" sull'omicidio dell'11 maggio scorso

ROMA

La giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh è stata colpita probabilmente da posizioni israeliane ma non c'è alcun motivo di credere che la sua uccisione sia stata intenzionale: lo afferma il dipartimento di Stato Usa, spiegando di non poter arrivare ad una "conclusione definitiva" sull'origine del proiettile che l'ha centrata l'11 maggio e che è stato consegnato a Washington dall'Autorità palestinese.

"L'indagine dell'esercito ha chiarito che non si può stabilire chi sia responsabile della dolorosa morte della reporter", ha detto il premier ad interim Yair Lapid aggiungendo: "ma di certo si può stabilire che non c'era intenzione di colpirla".

"Israele - ha aggiunto - esprime rammarico per la sua morte. Israele è interessato a difendere i giornalisti e la libertà di stampa ovunque e in ogni condizione". "Inaccettabili".

Così il Procuratore generale palestinese Akram al-Khatib ha definito le conclusioni dell'indagine. "Siamo sorpresi - ha detto citato dalla Wafa - da queste affermazioni. I dati tecnici in nostro possesso indicano che le condizioni del proiettile sono valide per l'abbinamento con l'arma da fuoco", che ha sparato.

"Siamo increduli": così i familiari della reporter commentano i risultati della indagine. In una lettera aperta affermano che "Shireen è stata assassinata" e sostengono che numerose testimonianze confermano che "a sparare il colpo fatale è stato un soldato israeliano". Lamentano che l'indagine non sia stata "trasparente", ed il suo esito, scrivono, "è un insulto alla sua memoria'" "Continueremo a chiedere giustizia. Faremo appello all'Onu e alla Corte penale internazionale perché entrino subito in azione. La vicenda - assicurano - non finisce così" (ANSA).

comments powered by Disqus