Ucraina / Il punto

Kiev: in corso indagini su 5 mila presunti crimini di guerra commessi dai militari russi

La procuratrice generale ucraina, Irina Venediktova: l'esercito russo ha commesso violenze sessuali non solo contro donne e uomini, ma anche bambini e anziani

ROMA. La ritirata russa da alcune parti dell'Ucraina "è come il riflusso di un'onda, che lascia scoperte la morte e la distruzione che si sono lasciati alle spalle": la frase, espressa dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, al suo arrivo nella notte a Bruxelles per la riunione della Nato, esprime l'orrore che l'Ucraina sta condividendo con il mondo per le stragi di civili che i militari di Mosca si sono lasciati dietro.

La procuratrice generale ucraina, Irina Venediktova, ha fatto sapere intanto, dopo una visita serale a Bucha, che si stanno già indagando non meno di 5.000 casi di presunti crimini di guerra commessi dai militari di Mosca.

I crimini di guerra, ha aggiunto il magistrato, sono i primi che si indagano, "seguiti dai crimini contro l'umanità e dal genocidio".

Venediktova, afferma che l'esercito russo in Ucraina ha commesso violenze sessuali non solo contro donne e uomini, ma anche bambini e anziani.

Le forze dell'ordine hanno ricevuto una serie di denunce, alcune delle quali diffuse anche sui social network.

La procura - ha detto Venediktov a una riunione di coordinamento con forze dell'ordine e agenzie governative - ha convenuto sulla necessità di utilizzare i protocolli internazionali per indagare su questi crimini di guerra, chiedendo di accertare eventuali casi di abusi sessuali sulle vittime del conflitto.

Intanto, esplosioni sono state udite nella tarda serata di ieri anche nell'ovest dell'Ucraina, nella regione di Leopoli.

Lo riferiscono le autorità locali. 

E un nuovo inferno è stato scoperto a Borodyanka: "Ci sono i corpi di circa 200 civili sotto le macerie dei palazzi colpiti dai bombardamenti russi", dice il sindaco.

Secondo il presidente Zelensky, "il numero delle vittime potrebbe essere ancora più alto a Borodyanka e in alcune altre città liberate che a Bucha".

Lo shock delle prime immagini dei morti abbandonati lungo le strade di Bucha, che si è poi appreso essere stati lasciati lì da giorni o settimane, come provano immagini scattate quasi un mese fa da satelliti Usa, si è poi allargata con l'annuncio dei nuovi orrori emersi a Irpin e Borodyanka.

Le agghiaccianti immagini di cadaveri carbonizzati o abbandonati alla decomposizione, stritolati dai carri armati o gettati in bidoni e tombini come spazzatura, mostrati nel video che ha accompagnato il 'j'accuse' del presidente ucraino Volodymyr Zelensky all'indirizzo del Consiglio di sicurezza dell'Onu, hanno fatto il resto.

Ma il mosaico degli orrori si arricchisce via via di nuovi tessere. Come il sindaco di Bucha, Anatoly Fedoruk, che ha detto di stimare che i russi abbiano ucciso nella sua città almeno 320 persone, dicendo di aver assistito di persona ad alcune esecuzioni. Come quella di una donna incinta che cercava con altre persone di fuggire verso Kiev in auto, uccisa dai soldati russi.

O come il filmato ripreso da un drone ucraino a fine febbraio e diffuso nelle ultime ore che mostra un ciclista che percorre solitario la strada, che successivamente sarà ripresa piena di cadaveri, e viene abbattuto dai colpi sparati appena svolta a un incrocio da un'autoblindo russo appostato sulla traversa. Il suo cadavere appare nella stessa posizione un mese dopo, accanto alla bicicletta. O una foto postata sul Guardian che mostra una fossa comune appena scoperta nella città martire, accanto a una chiesa. O la denuncia di soldatesse prigioniere di guerra dei russi, poi liberate, che hanno detto di essere state umiliate, intimidite e costrette a denudarsi.

Oggi, nel 42° giorno di guerra, preannunciato nella notte da allarmi aerei a Zaporizhzhia e nella lontana Leopoli, la comunità internazionale si appresta a un'ulteriore stretta su Mosca: nuove sanzioni sono in programma da parte degli Stati Uniti contro altre banche e imprese statali.

Ma il centro del mondo oggi sarà a Bruxelles, dove gli ambasciatori dell'Unione europea vareranno un quinto pacchetto di sanzioni che bandiranno il carbone russo e impediranno alle navi di approdare nei porti europei e ai tir di entrare. E potrebbero addirittura colpire - anticipa il Wall Street Journal - le figlie di Vladimir Putin.

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